Cosa cavolo ci guadagna la Calabria dal referendum costituzionale?

Cosa cavolo ci guadagna la Calabria dal referendum costituzionale?

Che un gruppo di sindaci e amministatori del PD provinciale decida – sia pure ad oltre 4 mesi dalla scadenza elettorale – di sottoscrivere un breve appello a favore del Sì e a supporto della posizione ufficiale assunta dal Presidente Oliverio, è operazione politicamente legittima (leggi QUI). Anche quando tanti di quei sindaci e di quegli amministratori vengono da una storia politico-culturale assai lontana dall’esasperato “nuovismo” di Renzi.

Appare di più difficile comprensione la motivazione ufficiale, già testualmente proclamata da Oliverio nella conferenza stampa di qualche giorno fa e ribadita nel testo degli amministratori reggini: “le ragioni del Si sono le stesse che mi inducono a difendere e ad anteporre gli interessi della Calabria a qualsiasi tattica o alchimia politica. Il sì alla riforma è il sì a ‘prima di tutto la Calabria”.

oliverio belcastro allaro

Chiedo perchè vorrei capire, con umiltà.  Cosa ci guadagna esattamente la Calabria da questa (presunta) riforma? In che senso, il Sì alla riforma è un Sì agli interessi della nostra regione? E perchè mai vi è tutta questa ansia di schierarsi e di utilizzare le postazioni istituzionali per garantire ulteriore visibilità ad un referendum ancora lontano?

Personalmente e senza pregiudizi di sorta, considero la riforma costituzionale targata Renzi-Boschi una pessima riforma. Per una ragione fondamentale: la nuova Costituzione, infatti, accentra il potere nelle mani del governo (soprattutto nel “combinato disposto” con la nuova legge elettorale), rompendo il sottile gioco di equilibri istituzionali che ha caratterizzato fino ad oggi il nostro ordinamento repubblicano e svilendo definitivamente il potere legislativo-parlamentare.

Dico di più. A me non piace affatto il clima creatosi, l’intenzione – ormai dichiarata da parte del mondo PD – di trasformare una riforma e un referendum costituzionali in una sorta di “battaglia epocale”, di quelle che cambiano irrimediabilmente la storia. Anche perchè non credo affatto che un sistema istituzionale che esalta spregiudicatamente l’esecutivo possa essere realmente utile per l’Italia e per la Calabria: continuo a pensare che la fatica della democrazia praticata in tutte le sue articolazioni sia ancora lo strumento migliore per la nostra società.

Domenico Vestito (Sindaco di Marina di Gioiosa Jonica) ha scritto su facebook che tutta questa ridondante e irrituale campagna referendaria  “appare come un evidentissimo strumento di DISTRAZIONE DI MASSA”. Condivido pienamente: in un paese pieno di ingiustizie e di malaffare, alle prese con una disuguaglianza economico-sociale semplicemente intollerabile, sarebbe apprezzabile dedicare uguale attenzione alle ansie quotidiane delle nostre comunità. E i sindaci della nostra provincia – gli stessi che non sanno mettersi d’accordo sulle rivendicazioni da avanzare nei patti sottoscritti con il governo o che non riescono nemmeno a condurre una battaglia unitaria per diritti fondamentali come sanità e lavoro – dovrebbero essere i primi a comprenderlo.

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La mia conclusione è semplice, va anche oltre le legittime riflessioni del Sindaco Vestito, immagino non piacerà a più d’uno. Siamo dinanzi ad un riposizionamento interno al PD calabrese, con pezzi interi di ceto politico che si schierano dalla parte di Renzi nella convinzione che questo servirà ad avere un maggior potere contrattuale con il governo (per la parte di competenza della Regione) e dentro il Partito Democratico (per quel che riguarda “leaderini” vari che si agitano sul territorio calabrese). Perchè se ti schieri così risolutamente e così precocemente dalla parte di un referendum che il Presidente del Consiglio ha voluto personalizzare in termini estremi, vuol dire che stai compiendo prima di ogni altra cosa un’operazione politica a supporto di Renzi stesso.

La Costituzione, riformata in modo confusionario e con la “governabilità” sublimata quale valore supremo, è utilizzata come strumento di contingente battaglia politica: da Renzi in giù, è in gioco il futuro di molte carriere politico-personali e di molti assetti di potere. E la Calabria, “prima di tutto la Calabria” come ama ripetere il Presidente Oliverio, è spinta pericolosamente dentro questo vortice.

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