Servono associazioni e politica che non pensino solo a se stessi

Gioiosa Jonica è una piccola comunità di popolo assai complessa, dalle tante contraddizioni e dalle tante sfumature. Ha storia, ha impegno sociale e civile, ha prospettive: ma vive se stessa come inguaribilmente divisa, parcellizzata nelle sue mille fazioni che le impediscono di rappresentarsi come una.

Guardiamo al tessuto sociale e culturale della nostra cittadina: semplicemente abbondante. Vi è un pieno di associazioni e di iniziative, come raramente se ne incontrano nel nostro territorio latamente inteso. Vi sono operatori e militanti di variegata estrazione. Vi è una Consulta delle Associazioni che svolge un lavoro certosino di “cerniera” con le pubbliche istituzioni.

Il problema, anche al netto dei miglioramenti che pure vi sono stati negli ultimi anni, è che questa ricca abbondanza ancora non riesce a divenire coscienza civica e spirito pubblico oltre il proprio “particulare”. L’impegno sociale – nella cultura, nello sport, nell’animazione sociale per i bambini, nell’assistenza ai soggetti più deboli, nella tutela del centro storico, nella rappresentanza delle frazioni più periferiche – rimane fortemente settoriale, privo di uno sbocco più generale. Le nostre, nella gran parte, sono associazioni “issue-oriented”, vocate all’esclusiva ricerca delle proprie ragioni sociali e dei propri compiti istituzionali, legittimamente collegate anche ad interessi di natura economica.

Manca il salto di qualità, ovvero la trasformazione di questo capitale sociale anche in capitale pubblico, in protagonismo civico di livello generale. Un tema sul quale anche la Consulta delle Associazioni insiste con tenacia e ostinazione encomiabili: vi sono temi, questioni, prospettive che rappresentano la comunità democraticamente organizzata di Gioiosa Jonica tout court, ai quali non si può non partecipare attivamente. Ben al di là delle proprie specifiche attività sociali.

Prendiamo un esempio a caso, di recentissima scadenza temporale. A Gioiosa Jonica si presenta il Rapporto Nazionale degli amministratori sotto tiro, a cura di Avviso Pubblico: un appuntamento di rilievo nazionale, con tante autorità istituzionali e tanti sindaci e amministratori provenienti da tutt’Italia. Evidente l’investimento su una comunità violentemente attaccata, la luce dell’attenzione pubblica proiettata su Gioiosa, sulla Locride, sulla loro tenuta democratica e legalitaria.

A questo scenario e a questa opportunità, la risposta della società gioiosana è stata inadeguata e insufficiente.  Bastava vedere le poltroncine occupate all’Auditorium Comunale della Scuola Media: quante associazioni erano presenti? Quanta politica gioiosana – a partire dai consiglieri comunali di minoranza – ha partecipato all’evento? Quanti singoli cittadini hanno avvertito l’esigenza di accogliere pubblicamente gli amministratori giunti a Gioiosa?

Capiamo la stanchezza rituale di un certo tipo di eventi e capiamo anche le difficoltà logistiche di un pomeriggio infrasettimanale: ma si può pensare di rappresentare al meglio – come società civile e come classe politica – la propria cittadina senza un surplus di disponibilità, di impegno, di partecipazione?

Stanno arrivando le settimane estive, quelle dedicate alle manifestazioni che riempiono le piazze e le strade anche della nostra cittadina: vi saranno riunioni ed incontri, patrocinati dalla Consulta delle Associazioni, perché vi sia un’effettiva condivisione di programma e calendari. Una vivacità sociale e culturale che è assolutamente la benvenuta, con evidenti ricadute per lo sviluppo traversale di Gioiosa.

Sarebbe bello, per certi versi quasi fondamentale, che la stessa vivacità si manifestasse per appropriarsi interamente del proprio paese, il bene comune per eccellenza di tutti i gioiosani: siamo tutti necessari ma non sufficienti, soltanto ragionando collettivamente e attivamente della nostra comunità possiamo ipotizzare uno sviluppo di qualità.