La lezione di Riace: migranti non crisi, ma opportunità

La lezione di Riace: migranti non crisi, ma opportunità

[FONTE]: http://www.avantionline.it

Di Mimmo Lucano, anni 58, Sindaco di Riace in provincia di Reggio Calabria, nessuno sapeva praticamente niente. Anche oggi Lucano, al terzo mandato consecutivo, resta uno sconosciuto per la stragrande maggioranza dei suoi compatrioti e invece è un personaggio autorevolissimo fuori dai confini patri. Il miracolo lo ha fatto la rivista Fortune inserendolo al 40.mo posto tra i primi 50 ‘potenti’ della terra e la vicenda è stata lo spunto al senatore Buemi per proporre una legge che consenta ai migranti, in attesa di un permesso, di svolgere dei lavori socialmente utili come attività di volontariato.

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Di Mimmo Lucano, anni 58, Sindaco di Riace in provincia di Reggio Calabria, nessuno sapeva praticamente niente e si parla al massimo dei famosi bronzi di Riace. Anche oggi Lucano, insegnante di scuola superiore (chimica) in aspettativa, al terzo mandato consecutivo con la sua Lista civica L’altra Riace (sinistra), resta uno sconosciuto per la stragrande maggioranza dei suoi compatrioti e invece è un personaggio autorevolissimo fuori dai confini patri. Come mai? Il miracolo lo ha fatto la rivista Fortune inserendolo al 40.mo posto tra i primi 50 ‘potenti’ della terra insieme al Papa, a Christine Lagarde, Angela Merkel e Bono Vox. E sapete perché? Perché Mimmo Lucano ha avuto un’idea, Mimmo Lucanoun’ottima idea, quando un barcone nel 1998 ha scaricato una torma di curdi in fuga da fame e guerra sulla spiaggia del suo comune e anziché cominciare a tuonare contro la piaga dei migranti, a invocare un aiuto per allontanarli, gli ha messo a disposizione delle case abbandonate dai suoi compaesani fuggiti anch’essi alla ricerca di fortuna e gli ha dato la possibilità di imparare un mestiere. Diciotto anni dopo Riace ospita migranti di 20 diverse nazionalità, non è più un comune in via di abbandono ed è stato preso a modello dall’Unione Europea per studiare rimedi alla crisi dei rifugiati. C’è da dire che la notorietà di Mimmo Lucano all’estero non è cosa nuova perché come scrive Giorgio dell’Arti, “nel 2010 Lucano si era classificato terzo nella classifica di City Majors, network internazionale che monitora e premia il lavoro dei sindaci di tutto il mondo, in base a criteri come istruzione, sanità, sicurezza”. Noto all’estero, poco più di un’ombra in Italia.

Nemo propheta in patria dicevano i latini, e così la notorietà internazionale dello sconosciuto nostro compatriota, è legato al suo impegno nel campo dell’immigrazione, alle iniziative con cui il Comune di Riace ha dato ospitalità a oltre seimila immigrati che hanno ripopolato il piccolo paesino della Locride. Molti di loro non se ne sono più andati e hanno avviato anche una serie di attività artigianali e imprenditoriali. Nello sbarco di un gruppo di profughi curdi “Lucano – ricorda Fortune – vide un’opportunità. Offrì loro gli appartamenti abbandonati e formazione professionale. Diciotto anni dopo, è salutato come il salvatore del paese, la cui popolazione oggi include migranti di una ventina di nazioni, e per aver rivitalizzato la sua economia”. “Nonostante il suo impegno per i profughi gli abbia messo contro la mafia e lo Stato, il modello di Lucano viene studiato e adottato nel picco della crisi dei profughi in Europa”.

La vicenda a suggerito al senatore socialista Enrico Buemi un disegno di legge – presentato ieri a prima firma Buemi e già sottoscritto dai senatori Conte, Mastrangeli, Fravezzi, Panizza, Palermo, Scavone, Laniece – che si muove lungo la medesima direttrice pensata da Lucano, volta a consentire ai migranti, in attesa di un permesso, di svolgere dei lavori socialmente utili come attività di volontariato. Il lavoro di pulizia dei muri della città può essere un esempio di altre e più ampie attività di valorizzazione del patrimonio pubblico, spesso fatiscente, mal curato o in condizioni di pericolo per la cittadinanza. Competenze e possibilità che sono oggi in capo ai Sindaci, ai Presidenti di provincia o di Regione.

E nel presentare il ddl, Buemi rileva come sia “rimarchevole che lo Stato italiano non solo non abbia preceduto riconoscimenti del genere con proprie iniziative di sostegno, ma – soprattutto – difetti di una strumentazione seria per agevolare comportamenti virtuosi di questo genere anche nelle molte altre realtà locali, che fronteggiano casi di ridislocamento di migranti”. In questo senso vengono citati i casi di San Lazzaro di Savena, di Budrio e Sasso Marconi per ricordare “che in Emilia Romagna opera un protocollo tra Regione, Prefetto di Bologna, sindacati e altre realtà (tra cui la stessa Legacoop), che regola le attività che i profughi possono svolgere per dare un contributo a chi li ospita: per esempio pulire strade, curare parchi e giardini pubblici. Secondo il protocollo, ai profughi che accetteranno di svolgere queste attività in modo volontario, verranno garantiti, oltre all’assicurazione, percorsi di orientamento e formazione”.

Dunque, sembra suggerire il ddl di Buemi, visto che ormai sono arrivati e continuano ad arrivare, che rimandarli a casa spesso non solo non è giusto, ma anche molto difficile, perché non trasformare un problema in un’opportunità, in un vantaggio collettivo?
Comunque Mimmo Lucano a rivinto anche le ultime elezioni senza cavalcare il tema della paura dei migranti, ma facendo l’esatto contrario. Dunque, ragionare si può.

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