Amministrazione di Cinquefrondi su lettere anonime contro Galimi: “No a queste porcherie”

Amministrazione di Cinquefrondi su lettere anonime contro Galimi: “No a queste porcherie”

In seguito all’accaduto di alcune lettere anonime pervenute presso l’Ufficio Protocollo del Comune di Cinquefrondi, rivolte, con un intento palesemente diffamatorio, al Prof. Michele Galimi, facente parte del gruppo di minoranza del PD in qualità di capogruppo, in data odierna, 22 settembre, è stata indetta una conferenza stampa presso la sala consiliare del Comune di Cinquefrondi.

Apre la conferenza il sindaco Michele Conia, esordendo con un “…non hanno voluto metterci la faccia, sono dei vigliacchi“. Ribadisce Conia ciò che ha pubblicamente condiviso sul proprio profilo facebook nel primo pomeriggio di ieri: chiunque sia stato ad indirizzare la lettera anonima, contenente un vecchio articolo di decenni fa riguardante Galimi, ha evidentemente non compreso qual è il senso di marcia intrapreso dall’amministrazione comunale tutta. Segue l’intervento di Maria Lucia Ali’, rappresentante del Partito Democratico nonchè legale di Michele Galimi. “E’ una macchina del fango“, afferma. L’articolo allegato alla lettera anonima, spiega l’avvocato Alì, risale al 21 novembre del 1986, in cui viene riportato l’arresto di Galimi e di Angelo Gallo (ormai defunto), ex dipendente comunale, riguardo l’accusa di sequestro di persona dell’avvocato Pietro Belziti. Galimi e Gallo furono scarcerati una settimana dopo l’arresto, trattandosi di un errore giudiziario e provando che i due fossero incensurati. Spiega il legale che Galimi, nonostante la sofferenza per la lesione della sua immagine e della sua persona, mai chiese i danni allo stato per l’atto subito. Appare, inoltre, rammaricata il legale, che condanna il gesto non solo nei confronti del suo assistito, ma anche per non aver risparmiato una persona deceduta come Angelo Gallo. Galimi ha proceduto con una denuncia ed una querela presso la Procura della Repubblica. Anche Michele Conia procederà presto con una denuncia, affermando che, qualora dovessero essere scoperti i fautori del reato, l’amministrazione comunale si costituirà parte civile.

michele conia

Aggiunge, Michele Conia, che se l’intento era quello di creare divisione, questo atto genera, di contraccolpo, esclusivamente più unione. Sottolinea il sindaco di Cinquefrondi che contattare Galimi è stata la prima azione messa in atto, ancor prima di condividere il contenuto delle lettere con l’amministrazione comunale, nonostante alcune di quest’ultime fossero indirizzate ad alcuni di loro (come il vicesindaco e la Presidente del consiglio comunale). “Ci sono stati tempi in cui lettere come queste venivano fotocopiate e portate dal barbiere“, afferma Michele Conia. Conclude la conferenza la Presidente del consiglio comunale, Giada Porretta: “Non sono stata addestrata alla calunnia. Come afferma il sindaco, questo atto è una porcheria“.

CATEGORIES
TAGS
Share This