L’utopia di Riace tradotta in francese da un Erasmus calabrese in Belgio

L’utopia di Riace tradotta in francese da un Erasmus calabrese in Belgio

Fonte: www.lacnews24.it

riacefrancia

Mentre Francia e Inghilterra in questi giorni discutono sulla costruzione di un muro di 20 chilometri per frenare l’avanzata umana dei profughi del mondo, fortunatamente da quelle parti c’è qualcuno che si prende la briga di lanciare un messaggio di speranza e comprensione verso tutti quegli attori in campo che, non trovando alternative al fenomeno dell’immigrazione, pensano a blocchi di cemento armato come soluzione. La storia, al di la della geopolitica, è questa: un ragazzo calabrese di nome Michele Pisani, studente in ingegneria civile a Milano, ma attualmente spostato in Belgio per un progetto accademico, avendo visto il reportage, fatto da LaC in collaborazione con la “CineDue” di Andrea Aragona, su Riace e Mimmo Lucano ha deciso di riprendere il pezzo e sottotitolarlo in francese. Un’idea piccola, ma con interessanti prospettive, perché il video verrà fatto girare nelle Università del Belgio in modo da rendere edotti gli studenti francofoni e fiaminghi sull’alternativa che esiste.

Alternativa che è modello e esempio per tutti i grandi del mondo, visto che per esempio la prestigiosa rivista americana “Fortune” ha inserito Domenico Lucano, padre dell’utopia Riace, tra le 50 persone più influenti al mondo. Michele, entusiasta alla vista del reportage, ha così voluto rendere omaggio alla “Calabria che vale e che deve avere più spazio nel mondo perché esempio di umanità e politica sana. Deve essere raccontata in tutte lingue”. Noi, da parte nostra, non possiamo fare altro che augurare al nostro conterraneo di finire presto gli studi e continuare, sulla scia di quella Calabria che lui ama, a seguire i medesimi obiettivi di bellezza e appartenenza di Lucano e di tutti coloro i quali credono che anche da questa piccola regione del mondo si possa costruire qualcosa di buono. “Spero di finire presto gli studi – ci ha scritto il giovane – e di avere la possibilità di venire a lavorare nella mia terra”.

 

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