Presentati quattro esposti alla Procura di Locri da parte del Direttore di Ciavula

Presentati quattro esposti alla Procura di Locri da parte del Direttore di Ciavula

“Nella giornata contro la violenza sulle donne vorrei sottoporre alla vostra attenzione un fenomeno sempre più frequente e inaccettabile: l’utilizzo nei social network di volgarità, di espressioni violente e di minacce, nella quasi totalità a sfondo sessuale.

Ho selezionato e vi mostro solo alcuni messaggi tra quelli insultanti ricevuti nell’ultimo mese.

Ho deciso di farlo anche a nome di quante vivono la stessa realtà ma non si sentono di renderla pubblica e la subiscono in silenzio. Ho deciso di farlo perché troppe donne rinunciano ai social pur di non sottostare a tanta violenza. Ho deciso di farlo perché chi si esprime in modo così squallido e sconcio deve essere noto e deve assumersene la responsabilità.

Leggete questi commenti e ditemi: questa si può definire libertà di espressione?”

facebook-commenti-laura-boldrini

Questo il messaggio postato su facebook un paio di ore fa da Laura Boldrini, Presidente della Cameta dei Deputati.

La libertà data dai social network e dal web, quando è in mano a persone incapaci di esprimersi dialetticamente, spesso diventa libertà di insulto. I responsabili probabilmente ignorano di commettere il reato di diffamazione previsto e punito dall’articolo 595 del codice penale. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 24431/2015, ha stabilito che inserire un commento su una bacheca di un social network significa dare al messaggio una diffusione che potenzialmente ha la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone, sicchè, laddove questo sia offensivo, deve ritenersi integrata la fattispecie aggravata del reato di diffamazione.

Proprio per fermare questa deriva il Presidente della Camera ha deciso di rendere noti questi commenti. E il Direttore di Ciavula, Giovanni Maiolo, attraverso il suo legale di fiducia avvocato Giuseppe Lamonica, ha ritenuto di presentare nei giorni scorsi alla Procura della Repubblica di Locri per il tramite della stazione dei Carabinieri di Caulonia marina, quattro denunce-querele nei confronti di altrettante persone che sui social network hanno insultato ed offeso gratuitamente.

La nostra testata seguirà attentamente questa vicenda giudiziaria, fiduciosi come sempre nel lavoro della Procura di Locri, perchè la libertà di espressione viene messa in pericolo da chi la confonde con libertà di offesa.

La società editrice di Ciavula, la società cooperativa Sankara, ha già deciso di costituirsi parte civile nei futuri processi.

CATEGORIES
TAGS
Share This