Papa Francesco e il sindaco ‘rosso’ di Riace: “La ammiro per il suo operato nei confronti dei rifugiati”

Papa Francesco e il sindaco ‘rosso’ di Riace: “La ammiro per il suo operato nei confronti dei rifugiati”

Fonte: www.repubblica.it

In una lettera i complimenti di Francesco al primo cittadino del piccolo paese della Locride che dà agli immigrati alloggi ristrutturati e fondi per aprire attività. “Le porte della mia casa saranno sempre aperte per lei”. E Domenico Lucano risponde: “Hasta siempre” 

Di Alessia Candito

Quello che per l’Italia è un caso isolato, per il Vaticano è un modello. Con una missiva, breve e affettuosa, Papa Francesco si è rivolto al sindaco di Riace, Domenico Lucano, per esprimere apprezzamento per il modello di accoglienza messo in piedi nel piccolo paese della Locride, rinato proprio grazie ai rifugiati. “Conosco le sue iniziative, lotte personali e sofferenze – scrive il Pontefice al sindaco – Le esprimo, perciò, la mia ammirazione e gratitudine per il suo operato intelligente e coraggioso a favore dei nostri fratelli e sorelle rifugiati”. Primo comune italiano in cui i migranti non vengano reclusi in centri di accoglienza, ma accolti in vere e proprie case che vengono loro affidate, Riace è rifiorito proprio grazie all’arrivo dei profughi sbarcati sulle coste calabresi. Svuotato dall’emigrazione, il piccolo centro della Locride è stato ripopolato dai migranti alloggiati nelle vecchie case del paese, nel corso del tempo utilizzate anche per ospitare le botteghe artigiane, rinate proprio grazie ai profughi che hanno ripreso in mano le attività tradizionali.11soc1-sindaco-lucano-domenico-fg

Un “miracolo” possibile grazie ad una diversa gestione dei finanziamenti previsti per l’accoglienza, usati – ha spiegato spesso il sindaco Lucano – “per integrare e non per dividere”. I 30 euro giornalieri stanziati in tutta Italia per ogni rifugiato, non vengono dispersi ma centralizzati dall’amministrazione, che li usa per ristrutturare le vecchie case del paese, avviare attività che poi sono i migranti a portare avanti, mettere in piedi progetti. Per non far inciampare il sistema nei ritardi con cui i fondi vengono materialmente trasferiti, a Riace circolano dei bonus – con su la faccia di Che Guevara, Martin Luther King, Peppino Impastato – che permettono ai rifugiati di fare acquisti in paese. 
Un circuito virtuoso che ha permesso anche ai calabresi rimasti in paese di non fare le valigie. E non solo perché il Comune ha assunto mediatori culturali, che in alternativa avrebbero dovuto cercare fortuna altrove. Grazie ad una popolazione in continua crescita bar, panetterie, botteghe e persino la scuola elementare e l’asilo non hanno chiuso i battenti. 
Alla Santa Sede, l’esperimento è piaciuto tanto da invitare il suo “ideologo” Lucano al summit europeo che, su iniziativa di Papa Francesco, si è tenuto il 9 e il 10 dicembre a Città del Vaticano, per mettere a confronto le buone pratiche messe in atto nel mondo a favore di rifugiati e sans papier. Un appuntamento conclusosi con il progetto di creare una rete mondiale di sindaci impegnati in un modello diverso di accoglienza e che si sostengano l’un l’altro, con l’appoggio del Vaticano.riace

Così, mentre il Viminale fa le pulci al modello Riace, con ispezioni a sorpresa e contestazioni su presunte incongruenze fra le carte dei progetti, dal pontefice arriva una proposta chiara “Le porte della mia casa saranno sempre aperte per lei e per questa nuova rete”, scrive Papa Francesco al sindaco. 
Le simpatie “rosse” del primo cittadino di Riace, ex militante del movimento studentesco e in gioventù vicino a Democrazia proletaria, non sono d’intralcio per il Pontefice, che a Lucano scrive: “Mentre chiedo al Signore di non abbandonarla mai soprattutto in questo momento difficile, la accompagno con riconoscenza e affetto. Non si dimentichi di pregare per me o, se non prega – conclude la missiva – le chiedo che mi pensi e mi mandi ‘buona onda’”. Sorpreso e grato di tanta attenzione, Lucano su Facebook scrive: “Non era previsto che il Papa un giorno scrivesse una lettera a uno come me seguace di Natale Bianchi, Sasà Albanese, Francesco Cirillo, Peppino Lavorato, Emilio Sirianni, Giuseppe Impastato (tutti storici dirigenti sindacali e comunisti del Sud Italia ndr) solo per fare alcuni nomi che hanno ispirato la mia azione sociale e politica in questa terra di frontiera, contrasti, ombre a volte anche di luci che è la Locride, estrema periferia italiana”. E – felice – a Papa Francesco dice “Hasta siempre”.

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