Grenci scrive al quotidiano del sud in merito al ponte allaro

Grenci scrive al quotidiano del sud in merito al ponte allaro

Gentilissima dottoressa Annarosa Macrì, mi rivolgo al Presidente della Regione Mario Oliverio per il Suo tramite, nella speranza che Ella, come riesce a fare sempre in modo eccellente in questa Sua rubrica, aggiungerà le Sue gradite chiose,  il Suo contributo di idee, i preziosi suggerimenti.  Partirò da un assunto che sentivo recitare da un importante uomo politico di qualche tempo fa: spesso la politica non riesce a stare al passo con quanto avviene dentro la società, non ne legge i repentini cambiamenti e non opera in simbiosi con essa, rinchiudendosi e vivendo in una sua autoreferenzialità e distacco dalla vita reale; giungendo così a perpetrare continui fallimenti e danni al Paese e ai cittadini. L’oggetto centrale di questa mia è il ponte, crollato, per la seconda volta lo scorso 23 gennaio, sulla fiumara Allaro nel comune di Caulonia; e di cui ormai credo tutti i calabresi, e non solo, hanno avuto modo di vedere. Le televisioni e i giornali, locali e nazionali, hanno messo a nudo la macroscopica fragilità del territorio e in particolare la delicatezza di un’arteria vitale, qual’è la strada statale 106, che congiunge Taranto a Reggio Calabria, che collega la provincia di Catanzaro e quella di Reggio Calabria sul lato jonico, quindi di importanza strategica per tutto il comprensorio. I comuni più immediatamente interessati sono, oltre a Caulonia, Riace, Placanica, Stignano, Stilo, Bivongi, Pazzano, Monasterace, Roccella, Marina di Gioiosa,  Gioiosa, Siderno, Locri e andando giù il resto della locride. Il ponte si era già incrinato nell’alluvione del 31 ottobre 2015; da quella data una corsia è stata chiusa e da allora si procede a senso unico alternato regolato da un semaforo. Con le ultime piogge si è incrinato un altro pilone, sempre nella mezzeria già fuori uso,  coi conseguenti disagi dovuti alla chiusura temporanea della viabilità, dovuta alle verifiche di stabilità, e con la spada di Damocle di altri eventi, naturali o burocratico-amministrativi che possono determinare nuovamente blocchi e interruzione della circolazione.   Ebbene, e vengo al dunque e all’assunto sopra esposto: molti, direi tutti, anche i bambini, avevano capito che la ricostruzione del ponte di Allaro andava fatta in tempi brevi e senza attendere le procedure ordinarie che sono troppo lunghe. Chi le scrive, assieme a tanti altri cittadini e a componenti di un comitato cittadino, avevamo promosso due manifestazioni proprio lì su quel ponte, per sollecitare una soluzione straordinaria. Da ultimo, la scorsa settimana, in due incontri consecutivi nel salone del consiglio comunale di Caulonia, anche la politica se ne è convinta. Tant’è che il Presidente Oliverio ha affermato solennemente: “i tempi burocratici e procedurali non sono accettabili.  Io stesso mi farò portatore, presso l’ANAS e il ministro Del Rio, della necessità di procedere con un iter straordinario e di emergenza per la ricostruzione del ponte.”  Ben detto Signor Presidente, quasi fuori tempo massimo, in zona cesarini direbbe il gergo sportivo, la politica è giunta alla conclusione di quanto in molti andavamo dicendo da molto tempo. Ora però ci attendiamo che una volta preso l’impegno e compresa la gravità, non ci si dimentichi e non si faccia orecchie da mercante. Ne va di mezzo la credibilità delle istituzioni e la fiducia che i cittadini è giusto nutrano verso di esse; e ne va di mezzo la dignità di un’area qual è la locride, da sempre bistrattata e angariata, considerata ultima degli ultimi.  (qualcuno dice meritatamente, ma è un altro discorso e rimandiamo ad altra occasione). Aggiungo che se entro qualche settimana non si avrà sentore di quella straordinarietà per la quale il presidente si è impegnato, i sindaci della locride, tutti, nessuno escluso, dovrebbero tirare fuori i gonfaloni,  indossare la fascia tricolore, chiamare il popolo all’appello, invitare altre istituzioni civili e religiose, altri enti pubblici e privati e scegliere se volere andare a Roma, a Catanzaro, sul ponte di Allaro, ma da qualche parte si dovrà necessariamente, direi obbligatoriamente, manifestare.      Lei, il Suo giornale, ve la sentite di farvi portatori di questa richiesta atta a promuovere un raduno sentito e vigoroso di questa fascia jonica a partire da Soverato fino a Melito, per uno scatto di orgoglio e affermazione di un’identità indispensabili e improcrastinabili? Grazie un cordialissimo saluto Bruno Grenci  Caulonia  1 febbraio 2017

ponte-allaro

(La risposta di Annarosa Macrì)

Riscendendo l’Allaro dalla sua sorgente, a Fabrizia, attraverso quadri sonori di cascate, rapide e laghetti di struggente bellezza, è tutta la storia calabrese che si ripercorre, dalla Magna Grecia, passando i Bizantini e i Borboni, per arrivare, ahimè, alla foce miserabile di Caulonia, a quel ponte della vergogna che lei ci ha descritto, signor Grenci, e che ci dice quale colpevole distruzione i nostri politici (non la pioggia che si limita a fare il suo mestiere!) abbiano saputo mettere in scena. Se chi ci governa non sa governare le emergenze della natura e la burocrazia degli omini, che ci sta a fare? La gestione delle acque, in una regione circondata da ottocento chilometri di mare e da centinaia di fiumi e fiumare, dovrebbe essere centrale nella politica regionale, perché riguarda trasversalmente agricoltura, ambiente, turismo, mobilità, sicurezza, insomma lo sviluppo della Calabria: dovrebbero inventare un apposito assessorato “alle acque”, perché fiumi e mare, che sono una risorsa, non possono diventare un ingombro e un problema! Ora lei, signor Grenci, tramite questa rubrica, scrive una lettera aperta ad Oliverio, e fa bene, ma più vigorosa è l’altra lettera, che si, insieme proviamo a scrivere: ai Calabresi della costa jonica, perché si sveglino, come le fiumare, che se ne stanno là, silenti e quiete, ma che all’improvviso, quando meno te l’aspetti, sanno arrabbiarsi, dirompere, esondare.

Se non ora, che gli è stata tolta la terra sotto i piedi, quando?

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