Mai rassegnarsi alla Gioiosa delle illegalità e dei vandalismi

Mai rassegnarsi alla Gioiosa delle illegalità e dei vandalismi

C’è un mito platonico-aristotelico che mi sovviene spesso quando penso alla comunità di Gioiosa Ionica.

E’ il mito dell’ircocervo, dell’animale che è metà capra e metà cervo, simbolo raffigurato delle contraddizioni quasi inconoscibili.

Gioiosa è un pò così: un condensato di opposti e di diversità anche stridenti fra di loro, che la rendono terribilmente affascinante.

Gioiosa dalla grande identità storico-culturale, eppure frammentata in mille micro-appartenenze anche di quartiere.

Gioiosa straordinariamente vivace e intraprendente, eppure anche intorpidita dalla sua grigia quotidianità e dalle reiterate lagnanze della sua gente.

Gioiosa che promuove civiltà e democrazia, eppure continua ad essere infestata dal virus dell’illegalità, dal morbo della volgarità, un’anima nera e torbida che non stenta affatto a riaffiorare puntualmente.

La ‘ndrangheta, la droga, gli attentati, l’usura, la corruzione. E poi anche vandalismi esasperati e microcriminalità di paese.

Cassonetti bruciati a Gioiosa Ionica

Negli ultimissimi tempi, per dire, abbiamo avuto attacchi alle palestre scolastiche, furti in palazzi istituzionali, incendi ai cassonetti della spazzatura: magari, semplici atti di volgare maleducazione e di miserabile idiozìa; in ogni caso, testimonianza materiale di pezzi di comunità che continuano a manifestare un sovrano disprezzo verso il patrimonio pubblico, verso le risorse di tutti.

Non abbiamo dati e competenze sufficienti per investigare in modo esaustivo il fenomeno, ma annusiamo l’aria che si respira a Gioiosa e talvolta ne rimaniamo nauseati. Senza esagerare e senza ingigantire, senza nemmeno inutili moralismi, ma comunque pienamente consapevoli.

La guardia, come sempre, merita di rimanere alta: nel percorso di crescita che pure deve appartenere a Gioiosa e alla Calabria tutta, bisogna esaltare una cultura della legalità e dei beni comuni che ha sempre fatto difetto al nostro territorio. E occorre costruire un’educazione, una tensione civica e morale, a partire dalle principali agenzie formative (famiglia, scuola, associazioni giovanili): insegniamo ai nostri ragazzi a voler bene al proprio paese, valorizzandone bellezze e risorse, sapendo anche incazzarsi dinanzi a errori e ingiustizie.

Questo è. Chi si rassegna ad una prospettiva di incuria, di vandalismo, di illegalità piccole e grandi, è comunque complice: perchè bruciare i cassonetti dei rifiuti, può anche essere una piccola perdita in termini materiali; l’apatìa e l’acquiescenza, però, rappresentano peccati mortali per un’intera comunità.

La palestra della Scuola Media di Gioiosa Ionica sporcata da alcuni vandali

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