Il Naniglio è la ricchezza del futuro per Gioiosa (e non solo)

Il Naniglio è la ricchezza del futuro per Gioiosa (e non solo)

Con le ultime infrastrutture in fase di realizzazione o in cantiere (la costruzione della nuova Scuola Primaria “Don Minzoni”, il rifacimento delle Scuole dell’Infanzia “Limina” e “Gramsci”, lo sblocco del finanziamento per il Liceo Scientifico, il Teatro al Castello e Casa Racco nel centro storico, il completamento dello Stadio Comunale, la riqualificazione del campo da calcetto di Via Limina, ecc.), Gioiosa Ionica può fare un passo avanti importante nella definizione del suo potenziale complessivo: un dato oggettivo che merita ovviamente di avere un suo seguito nell’azione politico-amministrativa dei prossimi anni.

Tuttavìa, sul piano infrastrutturale, rimangono alcune lacune – mancanze di vecchia data, ormai – che limitano la qualità della vita della comunità gioiosana e ne vanno ad inficiare le prospettive di sviluppo sociale ed economico: pensiamo, in modo particolare, alla costruzione di un palazzetto dello sport e alla piena fruizione del Parco Archeologico del Naniglio. Sul primo, che in parte può rientrare nel progetto del nuovo Liceo, scriveremo in un’occasione futura; del secondo, ne discutiamo direttamente in questa sede.

Iniziamo con una convinzione che ci preoccupa non poco: non vi è, fra i gioiosani (o, più in generale, nel nostro comprensorio), una piena consapevolezza del gigantesco valore insito nel Naniglio. Storico, culturale, sociale, paesaggistico, economico: un valore, oggi ancora in potentiam, che rappresenta un’occasione irripetibile di avanzamento complessivo del nostro territorio (non appena si farà actum).

Seconda questione fondamentale, che discende dalla prima considerazione: la classe dirigente (complessivamente intesa: parte politica, istituzioni culturali, operatori economici) di questo pezzo d’Italia e di Calabria non riesce ad investire sul Naniglio le risorse che pure sarebbero opportune e necessarie (basta citare il finanziamento di 1 milione di euro, formalmente stanziato dalla Provincia nell’ormai lontano 2007 e ancora lontano dall’essere speso con efficacia).

Ultima riflessione: quando saremo in grado di portare alla luce lo straordinario sedimento di ricchezza archeologica che alloggia nell’area del Naniglio? Una campagna di scavi moderna, esaustiva, all’altezza delle prospettive di sviluppo rivendicate – con la relativa apertura di un grande Parco Archeologico pienamente disponibile alla fruizione di visitatori e studiosi, si impone sempre più come un’urgenza. Per fare attività turistica degna di questo nome, devi essere in grado di attivare le leve competitive che sono presenti sul tuo territorio; evidentemente, la villa romana del Naniglio rappresenta un patrimonio di qualità superiore, per peculiarità qualitativa e per abbondanza quantitativa, una ricchezza che appare folle non sfruttare nelle sue oggettive possibilità (il successo degli scavi di Casignana, assai simili all’area archeologica gioiosana, confermano pienamente la nostra tesi).

C’è quindi una grande questione politico-culturale dietro questo scenario.

I lavori di bonifica e di pulizìa dell’area, opportunamente realizzati nei giorni scorsi dal Comune di Gioiosa Ionica in stretta collaborazione con gli operai dell’Azienda “Calabria Verde”, hanno ribadito questo limite oramai paradossale: non avere l’opportunità di godere del Naniglio, nonostante le promesse sparse a piene mani e gli investimenti economici comunque effettuati. Per dirla più chiaramente: alcuni lavori molto importanti sono stati realizzati anche negli ultimi anni (l’ultimo, di grande delicatezza, sulla cisterna ipogea), ma servono a poco se poi il Naniglio rimane chiuso e incustodito per lunghi tratti dell’anno.

Il Comune di Gioiosa Ionica, che non ha responsabilità immediate e dirette sulla gestione dell’area (che competono invece a Provincia e Sovrintendenza), prova ad agire per valorizzare il patrimonio del Naniglio: nelle prossime settimane, probabilmente, vi sarà un’apertura straordinaria del sito voluta per l’appunto dall’Ente attualmente guidato dal Sindaco Fuda. Ma si tratta di azioni estemporanee, lodevoli iniziative pro tempore, che tendono anche a nascondere le responsabilità di una politica provinciale e regionale che si muove con scarsissima lungimiranza.

Per questo, lanciamo una proposta semplice ma a nostro avviso di ineluttabile attualità: costruire un grande comitato territoriale, un movimento organizzato che reclami due cose essenziali. Quali? Presto detto: 1. investimenti definitivi sull’area archeologica (scavi, sistemazione dei beni riportati alla luce, accessibilità al sito), attraverso l’utilizzo dei fondi nazionali e della programmazione europea (concentriamoli su questi patrimoni invece di disperderli in microprogetti dalla dubbia utilità); 2. gestione del sito del Naniglio, un Parco Archeologico che sia aperto lungo tutto l’arco dell’anno, che diventi anche scenario ideale per eventuali iniziative culturali o espressioni artistiche (immaginiamo un accordo convenzionale fra le varie parti in causa, in cui anche il Comune di Gioiosa Ionica abbia il suolo ruolo preponderante).

Serve pressione dal basso, consapevolezza popolare; serve l’esercizio di una cittadinanza critica, che sappia permeare le istituzioni democraticamente elette. Il Naniglio è la ricchezza del futuro per Gioiosa Ionica (e non solo), doveroso che ad occuparsene siano tutte le energie migliori della nostra comunità.

P.S.: le foto sono tratte dalla pagina facebook della Consulta delle Associazioni di Gioiosa Ionica

CATEGORIES
TAGS
Share This