Reggio Calabria, l’incubo della discarica abusiva: i residenti in balia dei fumi tossici

Reggio Calabria, l’incubo della discarica abusiva: i residenti in balia dei fumi tossici

Fonte: http://www.ilmessaggero.it/primopiano/cronaca/reggio_calabria_discarica_abusiva_residenti_balia_fumi_tossici-2433517.html

Condannati a convivere con i fumi tossici della discarica abusiva che sorge davanti alle loro abitazioni su un’area di proprietà del ministero della Difesa e in minor parte del Comune di Reggio Calabria. A circa 100 metri dalla Caserma Allievi Ufficiali dei Carabinieri, a circa 150 dall’Ospedale Morelli, a 200 metri dalla Caserma dei VV.FF. e, cosa più importante, a meno di 50 metri dal centro abitato.
Un dramma che si trascina ormai da troppo tempo per decine di residenti costretti spesso a portare via da casa bambini e anziani e a chiedere ospitalità ad amici e parenti. Senza che nessuno degli enti a cui gli abitanti della zona hanno fatto ripetutamente appello siano riusciti a mettere fine a tanto degrado. Un’area di circa 100mila metri quadrati che fu sede di una ex polveriera, ma con una sola via di ingresso che potrebbe essere facilmente monitorata per scoprire chi scarica abusivamente esoprattutto chi appicca le fiamme.


A fare da portavoce ai residenti è l’avvocato Mimmo Canale: «Abbiamo chiesto aiuto a tutti, Prefettura, Comune, Ministeri vari. Ma
nulla è cambiato. L’area poteva diventare con poca spesa un grande polmone verde in una zona della città ad alta cementificazione invece è abbandonata al degrado totale e mette gravemente a rischio la nostra salute. Non sappiamo più a quale santo votarci. Qui si riesce a combattere con ottimi risultati la grande criminalità ma non a fermare chi scarica abusivamente di tutto e poi gli dà fuoco davanti alle finestre delle nostre case».
I residenti della zona, sebbene disperati, non hanno però alcuna intenzione di arrendersi all’inciviltà di pochi nè all’indifferenza della burocrazia. «C’è di mezzo la salute, nostra e dei nostri figli, non ci fermeremo. Se qualcuno pensa che ci rassegneremo si sbaglia».

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