Ammendolia scrive a Ciavula: “No alle lotte tribale, serve il senso della comunità”

Ammendolia scrive a Ciavula: “No alle lotte tribale, serve il senso della comunità”

Riceviamo dall’ex Sindaco di Caulonia e pubblichiamo:

Caro direttore,

Consentimi una testimonianza personale.

La prima campagna elettorale cauloniese a cui ho partecipato, non da candidato ma da giovanissimo militante del PSIUP, risale a oltre mezzo secolo fa.

C’erano allora a Caulonia tantissime persone che credevano nei valori dell’uguaglianza, della libertà, del progresso e della democrazia.

 Tuttavia la campagna elettorale fu pessima perché monopolizzata dal “partito” trasversale degli   “arrabbiati”, proporzionalmente presente in tutti gli schieramenti, e che fece crollare il senso di comunità sommergendola con fiumi di veleno.

Ho giurato allora che quello non sarebbe mai stato il mio “partito”.

Anche perché i partiti, soprattutto alcuni, spesso facevano da paravento a risse inconcludenti.

Negli arrabbiati non c’era passione, ne amore per il Paese ma solo una voglia matta di mascherare la propria inconsistenza politica, culturale e progettuale dietro lotte personali.

Le mie successive ricerche negli archivi comunali mi hanno consentito di verificare che era antica e consolidata  tradizione quella di sostituire la Politica con le lotte tribali.

Esiste un verbale del consiglio comunale del ben 140 anni fa, quando gli elettori erano appena 189,( circa 140 votanti) che lo dimostra ampiamente.

Personalmente piuttosto che cercare lo scontro personale mi misi ad organizzare le lotte che mobilitarono migliaia di contadini. Furono lotte di popolo e, qualche anno più tardi, e proprio da quel  popolo venni eletto in consiglio comunale. Ero appena maggiorenne.

Non era una lotta contro “qualcuno” ma contro un “ordine” (ed i suoi tutori) che ha condannato la nostra gente  all’emigrazione e provocato l’abbandono del nostro territorio.

Quelle lotte diedero tanto al nostro paese molto di più di quanto non si abbia consapevolezza.

Passione sì, c’ era tanta! Denigrazione e veleno mai!

Anche perché ebbi modo di verificare che, dopo ogni ondata di veleno, le fogne continuavano a scorrere a cielo aperto, gli alunni a frequentare le scuole in vecchi magazzini, , gli emarginati restavano sempre più soli.

Sono passati tanti anni. Troppi.

Ritengo di aver commesso molti errori, ma non mi sono mai allontanato da quella lontana “scelta di vita” di non confondere mai l’impegno politico con l’odio personale.

Mi guardo intorno e vedo che quanto è stato realizzato( e, in alcuni momenti,  non è stato poco)  rappresenta il  frutto  di un impegno politico collettivo, serio, composto, concreto e costante.

Se fossi ossessionato dai lavori pubblici, potrei citare i lavori che abbiamo realizzato o che sono stati finanziati tra il 2007 ed il 2012, nella assoluta certezza che non troverebbero uguale riscontro in altri periodi della nostra storia ne in altri paesi della nostra provincia delle stesse dimensioni di Caulonia oppure molto più grandi di Caulonia.

Se fossi ossessionato dalla sola efficienza dovrei ricordare che la notte di Capodanno del 2008 il lungomare di Caulonia venne sconvolto da mare. La spiaggia sembrava Hiroshima, dopo il bombardamento atomico. Distrutta l’illuminazione, polverizzato il muro, completamente divelta  la condotta di adduzione al depuratore di Roccella. Normalmente si parla di tempi tedeschi. A Giugno il muro era ricostruito, la spiaggia sgomberata da detriti, la condotta ripristinata, l’illuminazione rifatta. I “lidi” poterono aprire come tutti gli anni. Altro che tempi “tedeschi”! Eppure si tende a dimenticare ed è normale che ciò avvenga, così come si dimentica che era partita la raccolta “porta a porta” e che l’ambiente venne eccezionalmente preservato.

Ma un Paese è cosa molto più seria e  complessa dei lavori pubblici e della stessa efficienza.

Un “Progetto Paese” su cui confrontarsi, convergere, dividersi e, se necessario,  scontrarsi è indispensabile. Caulonia deve ritrovare il senso di Comunità!

Rimuovendo il “Progetto Caulonia” , gioco forza, si torna alle lotte tribali ed inconcludenti.

Un “Progetto” impone una scelta politica  alta.  La rissa ti  obbliga a camminare raso terra e trasforma il paese in un tritacarne.

Ad ogni elezione cambiano le “alleanze” ma tutto resta com’era.

Quel “Progetto” che abbiamo concepito e messo nel 2007 ma le cui radici affondano a mezzo secolo prima,   appartiene ad ogni cittadino di Caulonia.

Lo dico a futura memoria: non sprecatelo!

L’alternativa è una rissa permanente in cui le persone si alternano alla guida della pubblica amministrazione ma il Paese va sempre più indietro. E la comunità scompare!

Ilario Ammendolia

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