Caulonia 2.0: Cronaca di un’odissea contemporanea

Caulonia 2.0: Cronaca di un’odissea contemporanea

Era appena stato avviato il progetto di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati a Caulonia, ma la scoperta che gli immobili concessi dall’Amministrazione Riccio all’associazione “Caulonia 2.0” non erano accatastati ha fermato tutto. Come se non bastasse, la pur giusta pretesa della neonata giunta Belcastro di chiarire la vicenda sta trasformando la questione da tecnica a politica, danneggiando ulteriormente i minori e i 43 impiegati di “Caulonia 2.0” rimasti senza lavoro.

Il bilancio dei primi cinquanta giorni dell’Amministrazione Comunale di Caulonia, almeno in ambito sociale, potrebbe rivelarsi fortemente deficitario. La complicata questione “Caulonia 2.0”, deflagrata negli scorsi giorni, potrebbe trasformarsi in una vera e propria debacle per la neonata amministrazione Belcastro che, costretta a mettere delle pezze a una decisione evidentemente frettolosa presa da chi l’ha preceduta, deve adesso rimboccarsi le maniche per poter salvare 43 lavoratori che rischiano di non avere un futuro.

Ma andiamo con ordine.

Il progetto di accoglienza ai minori non accompagnati che l’Associazione “Caulonia 2.0” appronta in collaborazione con la Cooperativa Sociale “Nuove Frontiere” prende forma nella primavera del 2016, quando i presidenti Antonella Ierace e Alfredo Piscioneri partecipano a un bando del Ministero dell’Interno per aggiudicarsi l’affidamento di 50 minori presso il comune di Caulonia. Il bando, che prevede la gestione diretta da parte di privati, non pesa sulle spalle degli enti territoriali o regionali e utilizza fondi Europei, evenienza che, nonostante il numero ridotto di progetti del genere nell’intero Paese (siamo nell’ordine dei 10 o 15 in tutta la Nazione) fa sorgere nei partecipanti la ragionevole speranza di creare un piano di assistenza valido e posti di lavoro a tempo indeterminato di lì a pochi mesi.


Risultati vincitori del bando ministeriale, nell’agosto del 2016 “Caulonia 2.0” e “Nuove Frontiere” trovano le strutture presso le quali accogliere i minori stranieri e, se nel caso della Cooperativa Sociale si reperisce una struttura privata, l’Associazione si rivolge al Comune allora guidato da Ninni Riccio per la concessione di un immobile pubblico. Comprendendo l’importanza del progetto la giunta Riccio si adopera immediatamente a concedere in locazione a “Caulonia 2.0” i locali della ex scuola Ursini, permettendo così all’Associazione di affrontare con la massima celerità le beghe burocratiche per l’utilizzo dei locali.
Una volta ottenute tutte le carte, tuttavia, Riccio e i suoi si rendono conto che la scuola Ursini non è accatastata a causa di procedure di esproprio condotte negli anni ’60 e si demanda all’ufficio tecnico comunale la risoluzione del problema. L’ufficio si rivela estremamente lento e, ad autunno inoltrato, sono diversi i solleciti inviati al suo indirizzo da parte del sindaco Riccio e del suo vice Caterina Belcastro affinché la situazione venga sbloccata.
Uno spiraglio sembra aprirsi quando, nel marzo 2017, viene finalmente data comunicazione relativa all’ultimazione delle procedure che dovrebbero dunque dare il via libera al contratto di locazione ma, nonostante a fine maggio una delibera di giunta conceda l’utilizzo della struttura, le carte che testimoniano l’avvenuto accatastamento continuano a essere non consultabili.
Durante il periodo elettorale Antonella Ierace si candida a consigliere comunale con “Officina delle idee”, schieramento che poi uscirà sconfitto dall’agone elettorale in favore della lista “Caulonia Città Futura” capitanata dall’ex vicesindaco Caterina Belcastro. Atteso l’insediamento del nuovo Consiglio Comunale, “Caulonia 2.0” ricomincia a fare pressione relativamente alla visione delle carte necessarie alla consegna in comodato dei locali ma la giunta, demandando a sé i compiti che avrebbe dovuto espletare l’ufficio tecnico, comincia a parlare di illeciti e invoca un parere legale.
Sostenendo l’illegittimità della delibera con la quale la giunta Riccio concedeva all’associazione la locazione dei locali, l’Amministrazione Belcastro affida il giudizio al pool di avvocati mettendo in discussione la legittimità delle decisioni della precedente amministrazione, considerato che le norme che regolano l’operato delle Amministrazioni locali prevedono che sia la giunta a occuparsi della cessione e/o della locazione dei beni immobili di competenza comunale e che siano le alienazioni a dover passare attraverso le delibere di consiglio.
Reso effettivo il blocco del progetto, all’insorgere delle prime polemiche relative soprattutto al trattamento riservato ai minori e ai lavoratori, vere vittime di questa intricata matassa, la giunta comunale ha iniziato ad attribuire le mancanze della precedente amministrazione all’Associazione, imputandole una condotta illegale che ci si rifiuta di indicare con maggiore precisione. Anzi, il fatto stesso che l’agibilità della struttura privata adesso gestita da “Nuove Frontiere” sia stata concessa con due settimane di ritardo rispetto alle scadenze e che il comune non abbia avviato le pratiche di sanabilità ma abbia preferito procedere con la revoca del progetto, lascia supporre che la questione si stia rapidamente trasformando da tecnica a politica. E in particolare lasciano intravedere questo scenario le dichiarazioni dell’Assessore al Bilancio Attilio Tucci che, durante la conferenza del 24 luglio, ha affermato che, a pensar male, sarebbe portato a credere che il progetto sia nato esclusivamente per rastrellare voti in vista delle elezioni dello scorso giugno.
Fermo restando che è giustissima e anzi ammirevole la pretesa dell’attuale Amministrazione di agire nel più totale rispetto della legalità, l’invito che Antonella Ierace, in qualità di presidente di “Caulonia 2.0” e non certo di consigliere di opposizione, avanza alla giunta comunale, è che l’immobile venga concesso nei termini legali ritenuti più opportuni a patto che i tempi di concessione siano i più brevi possibile. Il tutto nell’interesse esclusivo dei minori e dei 43 lavoratori che, grazie al progetto, avevano cominciato a sognare un futuro normale per sé e per le proprie famiglie.
E che oggi sono stati ricacciati loro malgrado in un incubo che non meritano di vivere.

Fonte: larivieraonline.com

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