Appello per una Banca Calabrese

Appello per una Banca Calabrese

di Mauro Coluccio

Vorrei dare un contributo ed uno stimolo per promuovere un dibattito che il mondo dell’impresa, delle professioni, della società civile e la classe politica, a mio avviso, dovrebbero seriamente affrontare.

Si tratta di stimolare le Bcc Calabresi a realizzare un progetto lungimirante ed ambizioso, ovvero di fondersi TUTTE in un’unica realtà e dare vita ad una Banca di respiro regionale.

Le Bcc che operano in Calabria, riunite sotto l’ombrello della Federazione Regionale, sono 9 per un totale di 71 sportelli: è evidente che, pur rispettando lo spirito originario del mutualismo e del servizio alle comunità locali, si tratta di realtà assolutamente insignificanti e di scarso peso nello scenario economico attuale.

Dopo la perdita definitiva della Cassa di Risparmio negli anni 80/90 (assorbita da Cariplo/Intesa e poi confluita in UBI Banca) e della Popolare di Crotone (incorporata da BPER) in tempi più recenti, questa è davvero l’ultima possibilità che la Calabria può sfruttare, per avere un proprio soggetto creditizio con un minimo di rilevanza, costruito con i depositi del territorio, che faccia investimenti e credito sano in favore delle famiglie e delle imprese Calabresi.

Ovviamente non dobbiamo rimpiangere i tempi nefasti delle Banche locali politicizzate e inefficienti, che tanti guasti hanno prodotto, in tempi anche meno recenti, ma dobbiamo aspirare ad una Banca realmente vicina al territorio, moderna e dinamica, che recluti il personale tra i migliori talenti della regione, selezionando esclusivamente sul base del merito e che magari sappia anche dire dei no quando il credito non è meritato: in tal modo avremmo anche un piccolo, ma significativo, volano per un impatto occupazionale di qualità, .

I vantaggi che deriverebbero dalla creazione di questa nuova Banca, sarebbero innegabili anche dal punto di vista della competitività che una tale soggetto avrebbe, perché i tassi e le condizioni che si praticano alla clientela sono anche frutto del costo della raccolta (“funding”), che è strettamente correlato alla solidità ed alle dimensioni della Banca: è evidente che, un conto è la raccolta di depositi fatta da 9 minuscole entità ed un altro è presentarsi sui mercati con una solidità da Istituto di, almeno, medie dimensioni.

Un dibattito del genere è già in corso tra i soci e i gli organismi delle Bcc Calabresi e sta rimanendo circoscritto all’interno di queste realtà, ma l’impressione è che per salvaguardare le prerogative (e gli orticelli) delle singole entità, nessuno abbia veramente il coraggio e l’intenzione di compiere un passo del genere: per dirla tutta, probabilmente non si rinuncia volentieri a 9 direttori generali, 9 consigli di amministrazione, 9 centri decisionali….

Gli enti locali Calabresi, a cominciare dalla Regione, dovrebbero e potrebbero dare un contributo a questo progetto, premettendo sin da subito di rinunciare ad ogni qualsivoglia contropartita (leggasi nomine o incarichi), anche perché la natura giuridica delle Bcc è di Società Cooperativa, pertanto il voto in assemblea è capitario e non è correlato all’entità del capitale detenuto dal singolo socio.

Creiamo un movimento d’opinione e facciamo circolare l’idea, a quel punto, di fronte ai vantaggi innegabili di un’operazione di questo tipo, chi ha delle riserve dovrà uscire allo scoperto e motivare le sue perplessità: non consentiamo a localismi e visioni con scarsa lungimiranza di impedire la nascita di una Banca che davvero potrebbe essere volano di crescita, sviluppo e, perché no, espressione di un identità positiva del nostro territorio.

Mauro Coluccio

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