Riflessione sul centenario della Rivoluzione d’ottobre

Riflessione sul centenario della Rivoluzione d’ottobre

Riceviamo e pubblichiamo:

La centesima ricorrenza della Rivoluzione d’ottobre è senz’altro, aldilà degli effetti e delle tante interpretazioni, la più sentita e probabilmente la più rilevante, tra le commemorazioni più importanti di quest’anno che volge al termine. Culminata nell’Ottobre del 1917, essa ha mutato radicalmente le sorti di una Russia sull’orlo del baratro, ma è un evento che ha inciso anche sui cambiamenti in Europa, e forse nel mondo intero. Ha abbattuto una stirpe antichissima e un impero, quello zarista che era smisurato e assolutista, ha demolito rapporti sociali stabili da secoli fondati su privilegi, dispotismo e tirannie, ha smantellato intere dinastie borghesi che si annidavano da decenni e decenni nelle istituzioni parlamentari, ha innescato una profonda rottura anche nella storia socio-politica dell’intero occidente, avviando un nuovo corso nelle relazioni tra le nazioni e tentando di sperimentare una nuova formula per la liberazione e il riscatto dell’intera umanità per mezzo dell’abbattimento di ogni forma di diseguaglianza, di ingiustizia e sopraffazione, soprattutto sul piano materiale.

Oltre al centenario della rivoluzione sovietica, in questo 2017 si ricordano anche altri anniversari considerevoli sul piano storico, ma ugualmente consistenti per quanto riguarda la grandezza dell’ “ideale rivoluzionario”. Il cinquantesimo della morte di un gigante della rivoluzione, Ernesto Guevara, detto il “Che” ucciso ad ottobre 1967 dall’esercito boliviano e gli ottanta anni dalla morte di un grande pensatore e filosofo comunista, Antonio Gramsci, avvenuta ad aprile del 1937 dopo un lungo esilio nell’isola di Ustica e una dura prigionìa nelle carceri fasciste di Civitavecchia e Turi.  Sono avvenimenti che hanno in comune lo stesso ceppo, quello dei rivoluzionari marxisti. Quello della rivoluzione internazionale per abbattere il capitalismo in tutto il mondo. Uomini e donne che hanno fatto propri gli ideali di liberazione e dopo averli sognati li hanno perseguiti concretamente sul campo, con passione e sacrificio fino alla morte, ispirandosi unicamente alla Rivoluzione russa in cui, grazie alle strategie di Trotskij e capeggiati dal padre di tutte le rivoluzioni Vladimir Ilich Ulianov, detto Lenin, prevalsero i bolscevichi e le masse lavoratrici.

È stata, dunque, la rivoluzione d’ottobre, un evento fondamentale per la storia dei comunisti rivoluzionari e, senza dubbio, di intere popolazioni nel mondo. Grazie al suo radicamento nella società, sul piano politico e sociale, ma anche ideologico e formativo, per molti anni l’immaginario collettivo è stato dominato da uno scenario in cui si prospettava la realizzazione del socialismo, che ha, indubbiamente, rappresentato, così come concordano illustri storici e intellettuali, un importante rimedio alla divulgazione del credo anticomunista nei paesi occidentali, assoggettati al perfezionamento di una coalizione politica euro-atlantica imposta dall’imperialismo americano che non ha disdegnato, qualora ne avesse avuto bisogno, perfino di ricorrere alle ‘forze dell’ordine’ della NATO.

Pasquale Aiello

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