Docente dell’università di Messina interviene sul crollo del quartiere Maietta di Caulonia

Docente dell’università di Messina interviene sul crollo del quartiere Maietta di Caulonia

Intervento a cura di: Saverio Di Bella, ex senatore della Repubblica e professore titolare della cattedra di storia moderna all’Università di Messina.

La bellezza e la memoria racchiuse nelle pietra e nei muri di templi, sinagoghe, chiese, palazzi sono erose e consumate inesorabilmente dal tempo.
In alcuni contesti però l’uomo lotta contro l’usura del tempo: restaura, ripristina, ricostruisce, mette in sicurezza, abita.
In altri contesti l’indifferenza e l’inerzia destinano all’annientamento storie e memorie di pietra.
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E’ il caso di Caulonia, in Calabria.
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Per l’azione corrosiva di acque non messe sotto controllo nel terreno si sono aperte crepe e nel centro abitato si è dovuto abbandonare, quasi per intero un quartiere: quello di Maietta.
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Il quartiere è quello che contiene, tra l’altro, le tracce e la testimonianza della presenza di una comunità ebraica fiorente e libera. Spiccano tra le case, ormai vuote e le strade mute, i resti di una Sinagoga.
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E’ l’inizio della fine della Caulonia storica? Per non scatta l’allarme nazionale sul futuro di una città che ha attraversato i millenni fiera delle sue bellezze, delle sue tradizioni, della sua agricoltura?
E’ evidente che il dissesto idrogeologico del territorio, che ha investito la città, o viene sanato o avverrà inesorabile il tracollo di un territorio la cui vita si snoda nella lunga durata attraverso i millenni.
Caulonia diventa così la cartina di tornasole di un divario crescente tra le aree del Mezzogiorno e le altre aree del Paese, anche sul terreno della conservazione dei beni storico-ambientali e paesaggistici?
L’art. 9 della Costituzione può mai assumere una geografia differenziata e asimmetrica?
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Non si può – per concludere – tollerare il sospetto, che circola tra gli abitanti, relativo al fatto che se ciò che accade a Caulonia fosse accaduto in altre realtà italiane non sarebbe stata tollerata la passiva attesa che la pietra ritorni polvere e la bellezza una leggenda lontana. Né il silenzio di Istituzioni nazionali e regionali che appaiono avulse e indifferenti ai destini di uomini e cose e al passato – e quindi al futuro – di intere comunità.

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