“Diritti Giustizia Lavoro” si schiera contro la commissione d’accesso a Platì

“Diritti Giustizia Lavoro” si schiera contro la commissione d’accesso a Platì

Riceviamo e pubblichiamo

C’è la ndrangheta a Platì?
Si!
C’era la ndrangheta a Platì 40 anni fa?
Si!
Molto meno di oggi e molto più marginale.
Questo dato dimostra in maniera inequivocabile che l’intervento dello Stato è stato sbagliato
e la decisione odierna di inviare la commissione d’accesso rischia di costituire la definitiva
amputazione della democrazia.
Platì da qualche settimana si trova già amministrata da un commissario e la repentina
attivazione dei presupposti per un nuovo scioglimento in assenza di amministrazione
comunale rischia di assumere il sapore di una generalizzata interdizione civile e politica dei
platiesi perché ndranghetisti, quantomeno “in odore”.
Una sorta di certificazione di preventiva inidoneità ad avere una amministrazione eletta.
Uno Stato senza e contro il popolo non può esistere e gli interventi dall’alto rappresentano
oggettivamente un cuneo tra popolo e Stato.
Solidarietà a tutta la gente perbene di Platì!
E’ doveroso assumere l’impegno affinché nessuna parte del nostro territorio venga
considerato “zona di guerra” e soggetta alla occupazione permanente.
La democrazia non può essere calata dall’altro.
L’impegno antimafia può avere successo solo nella misura in cui diventa lotta di popolo per
una società libera dalla mafia e dalle mafie.
Non possiamo lasciare soli “non un uomo, né un metro quadrato” in questa lotta per la
Costituzione ed il riscatto della Calabria.

“Diritti Giustizia Lavoro – Mezzogiorno in Movimento”

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