Educational Tour Identità Salentina: alla scoperta di Botrugno

Educational Tour Identità Salentina: alla scoperta di Botrugno

Il culto dei santi: religiosità popolare del Salento. 
Il culto dei santi, è fondamento della religiosità popolare del Salento. Ogni comune del Salento venera la statua e il luogo sacro che la ospita.
Attraverso l’Educational Tour Identità Salentina: riti religiosi, folklore e tradizione, realizzatosi dal 17 al 22 Febbraio 2018, ho avuto la possibilità di venire a conoscenza della Festa Piccinna di Sant’Oronzo a Botrugno, una festa popolare legata, fin dall’antichità, ad una dimensione religiosa, che rappresentava un momento di comunione tra l’uomo e le divinità: un rito simbolico di offerte e sacrifici per propiziarsi una buona stagione, o come atto di ringraziamento.

Fuochi d’artificio e spettacolari luminarie di cui i salentini sono primi maestri al mondo e allegre bande musicali accompagnano in processione le splendide statue di cartapesta e legno del santo . Tra riti religiosi, rievocazioni storiche e fiere locali, la Puglia è un luogo che offre ospitalità tutto l’anno.
La Puglia, ed in particolare il Salento, è ricco di tante altre piccole sfaccettature che nell’interesse collettivo sorgono solo in un secondo momento, ma che, in realtà, fanno parte della cultura e della tipicità del luogo.
Ogni turista che viene in Puglia per ammirare le bellissime coste, sicuramente non disprezzerà un piatto di maccheroni ed orecchiette, un piatto di polpette fritte, oppure le buonissime sagne ‘ncannulate, come amerà scoprire il folklore che si nasconde dietro alle feste religiose che, insieme ai festeggiamenti civili, nascondono una tradizione e una cultura millenaria.

La seduzione del viaggio è nella scoperta di nuove terre, dei suoi usi, costumi ed abitudini e quanto più un paese custodisce e valorizza antiche tradizioni, tanto più si arricchisce di fascino e di attrattiva. Ecco perché vivere una caratteristica e indimenticabile immersione nella cultura popolare del Salento attraverso la Festa piccinna di Sant’Oronzo a Botrugno, è un’emozione unica.
Tipico folklore salentino, tradizionali sapori con il loro potere ammaliante, profumi che inebriano i sensi, luci e colori, vivacità e passionalità sono i preziosi ingredienti con cui ti conquisteranno le feste organizzate nel Salento. Le Feste patronali nel Salento sono un capitolo a parte fra gli innumerevoli eventi che costellano il panorama culturale del nostro territorio. Un capitolo a parte perché segna l’unica forma di continuità fra il Salento che si è aperto al turismo nell’ultimo decennio ed il Salento atavico, apparentemente immobile e chiuso nelle proprie tradizioni.

FESTA PICCINNA DI SANT’ORONZO – Botrugno
La Festa del Patrono Sant’Oronzo è anche detta Festa piccinna di Sant’Oronzo o Santu Ronzu piccinnu, o La capu te Santu Ronzu si festeggia il 19 e il 20 febbraio, con la ricorrenza si rievoca il miracolo del santo compiuto in occasione del devastante terremoto verificatosi proprio in quella data dell’anno 1743.
La celebrazione dei riti religiosi in occasione della Festa di Santu Ronzu Piccinnu si svolgono in forma minore rispetto alla più sontuosa ricorrenza estiva del 26 Agosto, dedicata al medesimo santo e protettore cittadino, ecco perché è definita “Festa Piccinna”.
La festa religiosa viene spesso definita La Capu te Santu Ronzu, il motivo per cui è stata adottata un’espressione così insolita per riferirsi ad una festa devozionale è dovuto al fatto che in Processione, per le vie della città, non viene condotta la statua intera del Santo, ma la raffigurazione in cartapesta della sola testa, in ricordo del suo martirio. In occasione della festa invernale per Sant’Oronzo i Botrugnesi sono soliti ripetere un singolare rito, per l’intera giornata viene esibita in piazza la cosiddetta macinula te Santu Ronzu, si tratta di un arcolaio, ossia uno strumento semplice, utilizzato in casa per districare le bobine di cotone, fatto di legno e dalla forma cilindrica o conica. La macinula, tanto più ricca quanto più son generosi i cittadini, viene esibita per diversi giorni, fino a quando, giunto il fatidico 20 febbraio, il Simulacro del Santo ritorna in chiesa e allora si procede ad un’estrazione a sorte per assegnare il premio della macinula al devoto più fortunato.

Oltre alle feste popolari, Botrugno in particolare, ma tutto il Salento, è ricco di beni artistici e architettonici che hanno un forte potere attrattivo per il turismo.
Elenco di seguito alcune delle bellezze di Botrugno che consiglio vivamente di visitare.
Botrugno (Vitrùgna in dialetto salentino) fondato originariamente dai Greci, inizia a svilupparsi dopo la distruzione della vicina Muro Leccese ad opera di Guglielmo il Malo nel XII secolo.
È una città antica e, per questo motivo, è ricca di monumenti storici e di storia vera e propria.

– Chiesa dello Spirito Santo
La chiesa madre dello Spirito Santo, sede dell’omonima parrocchia, risale alla fine del XVI secolo. Nel 1656, anno della peste, fu costruito l’altare di Sant’Oronzo, patrono del paese.

– Chiesa Madonna di Costantinopoli
La chiesa della Madonna di Costantinopoli, costruita per volontà del feudatario Tarquino Maramonte, sorse verso la fine del XVI secolo insieme all’attiguo convento degli Agostiniani. Questi rimasero a Botrugno per soli tre anni e nell’anno 1600 vi subentrarono al loro posto i Frati Minori Osservanti. Il convento, soppresso nel 1866, fu dapprima destinato ad ospitare le scuole elementari e in seguito venduto a privati (1895) e trasformato in civile abitazione.

– Chiesa della Madonna Assunta
La chiesa della Madonna Assunta era in origine un’antica cappella di rito greco risalente intorno al XIV secolo. Sino alla prima metà del Settecento fu riconosciuta sotto il titolo di San Nicola, e nel corso del Cinquecento fu anche chiesa madre sotto il titolo dello Spirito Santo.

– Chiesa di San Solomo
La chiesa di San Solomo fu costruita dal barone Giacomo Maramonte nella metà del XV secolo. Successivamente passò ai marchesi Castriota, come si evince da un’epigrafe latina incassata nella parete absidale, e dal 1841 appartenne alla parrocchia di Castiglione che dopo un secolo e mezzo l’ha ceduta al Comune di Botrugno. Rimasta per decenni in stato di abbandono, fu consolidata e ristrutturata tra il 2000 e il 2004.

 

 

– Cappella Madonna del Carmine
La cappella della Madonna del Carmine, riedificata e aperta al culto nel 1952, sostituisce un’antica costruzione semipogea precedente al 1715.

– Cappella della Madonna della Serra
La cappella della Madonna della Serra venne edificata dall’ANAS nel 1962, in sostituzione di un edificio settecentesco seminterrato fondato dal locale feudatario Giovanni Castriota. L’antica cappella si trovava all’ingresso del centro abitato e fu abbattuta per la costruzione della Strada statale 275 di Santa Maria di Leuca.

– Palazzo Marchesale
Il palazzo Marchesale è una costruzione risalente al XIV secolo e fu edificato dalla famiglia feudataria dei Maramonte. Questi, nel 1654 vendettero il feudo insieme con la loro residenza ai Castriota Granai. Il palazzo, che sotto i Maramonte aveva le caratteristiche di una piccola fortezza, fu trasformato in una vera e propria residenza nobiliare fino ad assumere l’attuale fisionomia.

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