Calabria, costituito in carcere l’ex governatore Scopelliti

Calabria, costituito in carcere l’ex governatore Scopelliti

Notizia tratta da: repubblica

REGGIO CALABRIA. Si è costituito questa mattina al carcere di Arghillà, nei pressi di Reggio Calabria, l’ex sindaco della città ed ex governatore della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, ieri condannato definitivamente a 4 anni e 7 mesi di carcere. Per gli ermellini, è stato lui quando era sindaco della città calabrese dello Stretto a falsificare il bilancio comunale per coprire un buco da centinaia di milioni di euro. Condannato in primo grado a 6 anni e a 5 mesi in appello, adesso Scopelliti – nonostante la riduzione della pena dovuta alla prescrizione di uno dei reati che gli venivano contestati – deve affrontare il carcere. Per le pene superiori ai 4 anni non è infatti previsto l’affidamento in prova. Insieme a lui sono stati condannati a 2 anni e 4 mesi anche i revisori dei conti dell’epoca, che quel bilancio lo hanno all’epoca certificato. Per i giudici della Cassazione, come per quelli della Corte d’appello e di primo grado, sono loroi responsabili della serie infinita di falsi, omissioni e abusi che hanno permesso alla dirigente Orsola Fallara, morta suicida nel dicembre 2011, di truccare il bilancio. Una manovra ad alto rischio, fatta di artifizi e raggiri contabili, che alla città ha lasciato in eredità un pesantissimo piano di rientro di durata trentennale.

Per l’ex sindaco, la sentenza è stata una pronuncia forse inaspettata. Regista del successo elettorale di Matteo Salvini in Calabria, fino a qualche settimana fa Scopelliti era impegnato a tessere la tela che ha permesso alla Lega un inaspettato risultato elettorale in Calabria. Una manovra – hanno sempre spiegato i fedelissimi dell’ex governatore – pensata da Scopelliti per preparare un ritorno in politica che rischia di non essere così semplice. Sebbene la rideterminazione della pena abbia fatto venir meno l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, adesso limitata a cinque anni, l’ex enfant prodige della destra reggina – spiegano i tecnici – dovrà affrontare almeno un anno di carcere e non potrà chiedere di accedere a misure alternative prima di sette mesi. Politicamente poi, porterà sulle spalle un’eredità pesante. Per i giudici, l’ex sindaco è stato infatti il vero e unico regista delle forzature contabili che hanno spalancato una voragine nei conti del Comune di Reggio Calabria, mettendo la città in ginocchio e costringendola a impiccarsi a un trentennale piano di rientro che tuttora impedisce qualsiasi investimento pubblico.

Nel motivare la condanna in appello, i giudici lo avevano scritto chiaramente “non è credibile che il sindaco di un Comune di circa 200.000 abitanti abbia lasciato il bilancio, ovverosia lo strumento principale per attuare le scelte politiche e per andare incontro alle esigenze degli elettori, nelle mani della dirigente del settore, sia perché vi è in atti la prova del contrario, ovverosia che è stato proprio per garantire le finalità dell’uomo politico che la Fallara ha alterato i dati di bilancio fornendo una rappresentazione diversa da quella effettiva”.

Motivo? Tutto politico. “La serie di falsi ideologici, di irregolarità, di funzionali occultamenti della reale situazione di difficoltà dell’Ente – concludono i giudici dell’appello – erano commessi al fine di mantenere il consenso e lo status quo”.

Alessia Candito

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