Addio Padre Michele: impossibile non ringraziarti, impossibile non ricordarti

Addio Padre Michele: impossibile non ringraziarti, impossibile non ricordarti

Nel 2007, rivestivo la carica di assessore provinciale. Alcune persone, con grande garbo, mi chiesero di poter aiutare Padre Michele che era alle prese con la ristrutturazione dell’immobile collocato proprio dietro la Chiesa del Rosario, sede Agesci. Verificata e compresa la situazione, non ebbi alcuna esitazione a destinare un importante finanziamento economico a favore della parrocchia, nella convinzione che quel sacerdote e quell’opera meritassero assolutamente il supporto delle istituzioni pubbliche.

Da quel giorno, in modo sempre puntuale, ad ogni occasione utile, davanti anche ad altre persone, Padre Michele ha sempre voluto ringraziarmi e dedicarmi parole generose, anche immeritate. Una riconoscenza impressionante: fino a pochissimi mesi fa, subito dopa la prima confessione di mio figlio Giuseppe, quando ancora una volta mi ha fatto arrossire d’imbarazzo ricordando agli altri genitori l’aiuto che gli avevo garantito in un momento di oggettivo bisogno.

Voglio celebrarlo così il nostro Michele Ceravolo, parroco e cittadino della sua amata Gioiosa Ionica, con un ricordo strettamente personale che si intreccia anche con il mio impegno politico. Perché lui era questo: un uomo buono e delicato, di un’umiltà quasi ancestrale, un parroco di sensibilità antica che sapeva riconoscere meriti e qualità degli altri.

Maneggiava perfettamente il senso della gratitudine e della condivisione, perché esperienze di fede e di vita gliene avevano dettato le spiegazioni più intime. Lo percepivi subito, guardando quei suoi occhi di rara gentilezza, che sapevano davvero incrociare gli occhi delle persone che a lui si rivolgevano. E poi ti abbracciava sempre in modo quasi paterno, con il suo immancabile “figliuolo caro”: rivolto anche a chi, come il sottoscritto, rivendica di essere un non credente e di non praticare la religione cattolica.

La sua improvvisa scomparsa, notizia che oscura questa domenica agli occhi di tutti i gioiosani, è un dolore autentico. Mancherà tanto, a tutta la nostra comunità, perché era ormai un punto di riferimento, una presenza quotidiana e rassicurante. Probabilmente, non era il più bravo a parlare, non era uso ad urlare le sue verità, non era sacerdote che si faceva notare per chissà quale gesto d’impatto comunicativo: ma era certamente uomo di lavoro giornaliero, di silenzioso e ostinato impegno accanto a tutta la sua gente. E la sua dipartita addolora ancora di più perché interrompe, bruscamente e fuori sincrono, un grande progetto di nuova tessitura sociale, di sana aggregazione, che Padre Michele stava portando avanti con tanta sudata fatica: un generoso oratorio aperto a tutti, con annesso impianto sportivo, autentica riconquista popolare di un bene confiscato alla mafia.

Caro Padre Michele, ti dico addio anch’io, insieme a tutti i miei concittadini. Sappi che qui, nel cuore di questa comunità di paese cui le sorti della vita ti hanno legato indissolubilmente, ci sarà sempre un posto garantito per te. Non so se esistono uno spazio e un tempo oltre quelli – così intensi e così sofferti – della nostra vita terrena: ma se mai dovessero esservi, se mai dovessimo ritrovarci in qualche modo ancora esistenti, mi prenoto l’egoismo di poter nuovamente rivedere il tuo sorriso gentile.

Riposa in pace. In pochi, possono dire di meritarlo più di te.

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