Cronaca del consiglio che ha ucciso la democrazia e che ha portato Caulonia al dissesto finanziario- prima parte

Cronaca del consiglio che ha ucciso la democrazia e che ha portato Caulonia al dissesto finanziario- prima parte

La sala del consiglio comunale, solitamente frequentata solo dai consiglieri, non poteva contenere la folla che avrebbe voluto assistere ai lavori dell’organo che rappresenta la comunità cauloniese. In molti sono rimasti fuori dall’aula, in piedi, assiepati vicino alle porte, a tentare di carpire le voci.

Tanti Carabinieri, più del solito, i vigili, gli agenti della questura, forse a causa della lettera minatoria ricevuta dal Sindaco di Caulonia e dalla giunta comunale. Una lettera terribile in cui ci sarebbe scritto “se non ritirerete entro 15 giorni i bollettini della Tari vi gambizzeremo… sindaco e giunta, guardatevi le spalle dei vostri cari”. Una minaccia infame, da non sottovalutare, che tira in ballo gli affetti degli amministratori. Ma nel momento in cui il consiglio inizia questa notizia non è ancora di dominio pubblico. Durante i lavori del consiglio viene pubblicata da Telemia e poi ripresa da Ciavula. Solo alla fine del consiglio comunale il sindaco, Caterina Belcastro, informa i presenti delle minacce ricevute. A lei e a tutti gli amministratori la solidarietà incondizionata della redazione di Ciavula. In una comunità civile non può esserci spazio per azioni del genere.

Prima dell’inizio della seduta consiliare un carabiniere in borghese si avvicina al sottoscritto e agli altri due collaboratori di Ciavula presenti, Alfredo e Domenico, per domandare di che testata siamo e se abbiamo intenzione di fare una ripresa integrale del consiglio. Rispondiamo che intendiamo riprendere i vari interventi dei consiglieri. Dopo qualche minuto un altro carabiniere mi chiede di seguirlo e mi accompagna da alcuni agenti della questura, che mi invitano a loro volta a seguirli al piano inferiore, dove mi informano che non siamo autorizzati ad effettuare le riprese video perchè avremmo dovuto chiedere l’autorizzazione al segretario comunale. Rispondo che nella prassi non è mai stata necessaria nessuna autorizzazione, che si tratta di un intervento fatto appositamente per limitare il diritto di cronaca di Ciavula ma che saremo rispettosi delle regole ed eviteremo di fare riprese video. E’ già evidente la gravità della situazione. A nessuna testata è mai stata richiesta alcuna autorizzazione, nè a Caulonia nè in altri consigli comunali della Locride. Per la prima volta si cerca di limitare la libertà di stampa, sbandierando il regolamento comunale e facendosi scudo delle forze dell’ordine. Qualunque consigliere di maggioranza avrebbe potuto informarci della volontà di applicare questa regola, probabilmente per la prima volta dalla caduta del regime fascista, invece hanno deciso di inviare le forze dell’ordine a riferire la volontà degli amministratori.

Rientrato nella sala consiliare faccio smontare la videocamera ed informo i presenti (pubblico e consiglieri di minoranza) del grave gesto illiberale messo in atto dall’amministrazione Belcastro.

Una volta smontata la telecamera di Ciavula gli amministratori si sentono liberi di entrare in aula, lontano dagli occhi delle migliaia di cittadini che attraverso le nostre riprese avrebbero, a posteriori, ascoltato le voci degli eletti dal popolo. Ma evidentemente il giudizio dei cittadini è qualcosa di pericoloso, da tenere lontano con misure illiberali.

Ad aprire i lavori è il Presidente del consiglio comunale, Caterina Panetta, che subito invita il pubblico a non rumoreggiare e a non intervenire. Poi esprime condanna per l’affissione sui muri del paese di un manifesto funebre che annunciava, con la proclamazione del dissesto, la morte del comune. Condanna alla quale si unisce la capogruppo dell’Officina delle Idee, Antonella Ierace.

Sui muri del paese compare manifesto funebre del comune di Caulonia

Il Sindaco Caterina Belcastro introduce i lavori spiegando le ragioni per la quali la maggioranza voterà il dissesto. E, mentre limita i diritti della stampa, si permette anche di richiamare i giornalisti “a rispettare i codici deontologici”. Oltre al danno, la beffa, da parte di una casta che amministra il paese con tutta l’arroganza del potere. Parla poi delle tariffe, affermando che “erano già al massimo”, salvo poi contraddirsi qualche secondo dopo quando dice che “l’aumento delle tariffe della Tari non è legato al dissesto”, cosa evidente a tutti.

Mentre informa che non ci saranno dipendenti pubblici collocati in mobilità come conseguenza della dichiarazione del dissesto arriva l’operatore di Telemia che, come è sempre stato, cerca di entrare nella sala consiliare per fare le riprese. Ma a questo punto, per una sorta di par condicio antidemocratica, viene richiamato e non gli viene consentito di svolgere il suo lavoro.

Come ignara dell’abuso perpetrato il sindaco di Caulonia prosegue con la sua introduzione: “L’area tecnica non si identifica nella persona dell’assessore e i debiti che ha accumulato sono stati per servizi erogati ai cittadini. L’area del contenzioso non si identifica con l’assessore e ha dei debiti indipendenti dalla volontà politica. Abbiamo percorso tutte le strade possibili. Il Piano di riequilibrio proposto dalla minoranza si può fare solo quando è stato approvato un bilancio da riequilibrare. Ci siamo sempre attenuti alla verità, altri hanno divulgato informazioni non veritiere alimentando un clima di tensione. Qualcuno ha agito ponendo in essere azioni vigliacche, come i manifesti. Non ci volteremo dall’altra parte e guardiamo al futuro di Caulonia con speranza. Anche questo è cambiamento!”. Certo, un cambiamento in peggio, visto che da ieri sera siamo un comune in stato di dissesto.

Ha dimenticato inoltre di soffermarsi, il sindaco, sugli insulti che molti suoi sostenitori, quotidianamente, riversano dai social su alcuni esponenti dell’opposizione e su questa testata. Ha dimenticato di dire che il ruolo della minoranza è quello di vigilare e, quando serve, contestare l’operato dell’amministrazione. Insomma, ha fatto intendere che l’evidente clima di tensione presente in paese sarebbe da attribuire alla minoranza, invece che al disastro amministrativo messo in atto dalla sua maggioranza, capace di attirare sempre di più le critiche dei cauloniesi, e alle azioni diffamatorie dei troll sostenitori della maggioranza. Mentre ribalta la verità accusa i suoi oppositori di “non parlare il linguaggio della verità”. Tipico atteggiamento da regime.

continua…

 

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