A 10 anni dall’incidente mortale di Siderno ancora nessuna condanna

A 10 anni dall’incidente mortale di Siderno ancora nessuna condanna

Il 15 Giugno a Siderno alle ore 18.30 presso il luogo dell’incidente mortale avvenuto il 15 Giugno 2008 in cui persero la vita Albalucia Caricari, Federica Petrolo e Alessio La Rosa ci sarà la scopertura di un monumento in memoria delle tre vittime.
Non c’è ancora invece una sentenza definitiva a dieci anni dalla tragedia.
Unico imputato il giovane Marcantonio Macrì, conducente della golf su cui viaggiavano le giovani vittime.
Il 12/5/2010 viene condannato dal Gup del Tribunale di Locri, dopo il processo celebrato con rito abbreviato, a cinque anni di reclusione per omicidio colposo, avendo il pm Sgueglia chiesto 6 anni, una condanna esemplare anche perché, secondo l’accusa, sarebbe stata evidente la condotta dell’imputato nel contravvenire alle più semplici norme di sicurezza stradale. Infatti l’uscita di strada sarebbe stata causata da una manovra spericolata ed ad alta velocità del conducente. Come confermato dalla perizia del pubblico ministero, in cui risulta non ipotizzabile “sia per i riscontri oggettivi, sia perchè in palese contrasto con le leggi della fisica” ciò che invece emergeva dalla tesi della difesa e cioè che l’auto fosse sbandata, dalla regolare corsia in cui si trovava, per evitare una seconda vettura, e la manovra avrebbe causato l’urto su un cordolo posto al ciglio della strada.
Infatti il 26/1/2012 la Corte d’Appello di Reggio Calabria confermava in toto la sentenza di primo grado.
Il 29/5/2013 però la Corte di Cassazione annulla in parte la sentenza d’appello, nello specifico la parte in cui non vengono riconosciute all’imputato le attenuanti generiche. Confermando invece la parte in cui viene ricostruita dal pm la dinamica dell’incidente.
Il 21/4/2014 la Corte d’Appello riconferma la sentenza di primo grado.
Il 16/6/2016, dopo il nuovo ricorso in Cassazione da parte della difesa, la sentenza prevede un nuovo rinvio in Appello.
Il 26/9/2017 un’altra sezione della Corte d’Appello ridetermina la pena, riconoscendo all’imputato le attenuanti generiche, in 4 anni e 6 mesi di reclusione.
In attesa, ora, della decisione definitiva della Cassazione.

 Tra i fatti emersi nelle varie udienze, anche la tempestiva demolizione dell’auto dell’incidente eseguita tra l’udienza in cui era stato disposto il sequestro della vettura e l’inizio delle operazioni peritali (previsto da li ad un mese) e la conseguente impossibilità di effettuare più approfonditi rilievi, nonché, l’invio di un memoriale da parte dell’imputato, per il tramite dei propri avvocati, diretto solamente al Giudice e non alle famiglie, dal quale, più che la sua resipiscenza per la tragedia causata, si evince la preoccupazione per la propria sorte che la sentenza, di li a poco, sarebbe andata a definire.

Ancora non si riesce, quindi, a chiudere una delle pagine più tristi degli ultimi anni per Siderno, una tragedia che ha gettato nel dolore sia le famiglie delle vittime che l’intera comunità.

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