Mille a Reggio in corteo per Soumayla Sacko. I sindacati: “Hanno tentato di boicottarci”

Mille a Reggio in corteo per Soumayla Sacko. I sindacati: “Hanno tentato di boicottarci”

Notizia tratta da: repubblica

Bandiere rosse, striscioni, cartelli artigianali. Al grido di “Prima gli sfruttati” è partito il corteo convocato dal sindacato USB per questa mattina a Reggio Calabria per chiedere verità e giustizia per Soumayla Sacko, il sindacalista maliano ucciso il 2 giugno scorso alla Fornace, ex fabbrica di San Calogero, nel Vibonese, e diritti per tutti gli sfruttati. Braccianti, sindacalisti, militanti e simpatizzanti di partiti come Potere al Popolo, femministe, attivisti di associazioni, comitati e ong, arrivati da tutto il Sud Italia, ma anche tantissimi cittadini hanno risposto all’appello dell’Usb.

Sfilano con orgoglio, con rabbia, per le strade della città che ha eletto il neoministro dell’Interno leghista Matteo Salvini. “Soumayla è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee non moriranno mai” si urla nel centro della città dello Stretto. “Tocca uno, tocca tutti” gridano I manifestanti, “schiavi mai”. Mescolati ai manifestanti ci sono gli amici, i fratelli e i cugini di Soumayla, che mentre sfilano alternano slogan e lacrime, c’è Mimmo Lucano, il sindaco del paese dell’accoglienza rinato grazie ai migranti, ci sono i lavoratori di San Ferdinando guidati dal dirigente sindacale Aboubakar Soumahoro, arrivati nonostante quello che l’Usb non esita a definire “un tentativo di ostacolare la realizzazione di questa manifestazione”.

“Stranamente, nonostante i pullman siano stati regolarmente affittati e pagati, questa mattina nessuno si è presentato”, spiegano dal sindacato. Per consentire ai lavoratori di San Ferdinando di partecipare alla manifestazione convocata per chiedere giustizia per il loro compagno “ucciso come una bestia solo perché nero” dicono, è stato necessario attendere l’arrivo di altri mezzi. Anche la delegazione cosentina ha avuto un intoppo lungo il percorso. “Come già successo prima della manifestazione del 16 – dice Paolo Leonardi dell’esecutivo nazionale Usb – tutti i manifestanti sono stati fermati, fotografati e schedati, gli striscioni aperti e controllati, per verificare che non ci fossero slogan contro il governo e contro Salvini”.

Alessia Candito

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