Addio amico mio, è stato un onore conoscerti

Addio amico mio, è stato un onore conoscerti

E’ dura scriverlo, con ancora le lacrime che scendono e il telefono che squilla per i compagni che chiamano e sbigottiti chiedono informazioni, ma ci hai lasciato.

La prima volta che ti ho visto facevi lo sciopero della fame davanti al tribunale di Locri. Volevi verità e giustizia per tuo figlio, Gianluca, barbaramente ucciso.

Siamo diventati subito amici.

In questa sera terribile ho digitato “Mario” sul mio pc e sono riemerse decine di foto, alcune vecchissime, scattate in tutti questi anni di amicizia e lotte.

Penso alle tante cene insieme, in cui tu quasi non toccavi cibo, ma ci insegnavi la determinazione, il coraggio, lo spirito di sacrificio, l’impegno.

Penso ai tuoi occhi tremolanti di indignazione quando mi parlavi dei mafiosi bastardi che ti hanno rubato un pezzo di vita.

Penso a te che ciondolavi nelle manifestazioni e che mi sfottevi col tuo sorriso beffardo.

Penso a come mi sembrava solitaria casa tua, con le telecamere puntate sull’ingresso e l’auto gialla parcheggiata in cortile.

Penso alle tue spalle esili che hanno dovuto reggere tutto quello strazio e che fino all’ultimo hanno desiderato giustizia senza trovarla.

Sei stato un combattente, uno di quelli tosti, che non si è mai arreso.

Mi hai insegnato tanto, soprattutto a non mollare mai.

A proposito, mi dovevi una cena, la rimandavamo da tanto a causa dei nostri impegni e purtroppo non potremo più farla, mi hai fregato. Ti immagino, col tuo solito sorriso beffardo, mentre mi prendi per il culo per l’ultima volta.

Addio Mario. Mi manchi,

 

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