L’Italia ha perso un combattente. Se n’è andato Mario Congiusta

L’Italia ha perso un combattente. Se n’è andato Mario Congiusta

Notizia tratta da: ilsalto

«Pensami e anche solo per questo non sono solo». Me l’hai scritto più o meno dieci anni fa, quando ho avuto la fortuna e l’onore di incontrarti sulla mia strada. A ogni presidio di Libera, in ogni occasione. Ogni volta che sembrava più facile mettere la testa sotto la sabbia tu eri lì, a soffiare sulla sabbia, dando l’esempio, con le mani dipinte o coperte dai guanti, sempre a incitarci a non arrenderci.

Il padre di Gianluca, il padre di un ragazzo che era riuscito a sconfiggere un male che sembrava incurabile, ma che è stato ammazzato dalla ‘ndrangheta.

Da quel 24 maggio del 2005, quando a Siderno hanno dato un colpo di pistola in testa a Gianluca, tu non ti sei mai fermato. Ma tredici anni di lotta non sono bastati a vedere condannati in via definitiva i responsabili dell’omicidio di Gianluca. Senza giustizia siete rimasti tu, Gianluca, la tua famiglia e tutti noi.

Lo scorso 19 aprile la Corte di Cassazione ha annullato la condanna con cui la Corte d’appello dava l’ergastolo al boss di Siderno Tommaso Costa per essere il mandante dell’omicidio di Gianluca, «per non aver commesso il fatto». Dopo quattro gradi di giudizio, l’omicidio di Gianluca rimane senza colpevoli.

Eppure per tredici anni non hai fatto altro che chiedere verità e giustizia per tuo figlio e per tutte le vittime innocenti delle mafie. Finché te ne sei andato in una sera d’agosto. E adesso nessun maggiolone arriverà per le strade di Calabria, e nessun borsalino scenderà da quell’auto. Pensaci, Mario, e anche solo per questo non saremo soli.

Tiziana Barillà

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