Il Vescovo di Locri addolorato per l’arresto di Mimmo Lucano

Il Vescovo di Locri addolorato per l’arresto di Mimmo Lucano

Notizia tratta da: lastampa

«L’arresto del sindaco di Riace Mimmo Lucano ci addolora, se non altro perché riguarda uno che ha fatto dell’accoglienza dei migranti la sua ragione di vita. Sono certo che la magistratura saprà fare luce sui fatti contestati in modo che la verità possa prevalere. Nell’interesse di Lucano, di Riace e di tutta la comunità ora sconcertata e disorientata più che mai». Lo scrive monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, in una nota su Calabria Ecclesia rilanciata dal Sir.

Oliva ricorda che «l’accoglienza dei migranti negli ultimi anni ha visto coinvolte tantissime realtà territoriali» e che «la locride è stata in prima linea, mettendo a disposizione le strutture ricettizie disponibili». Sottolineando come «anche la Chiesa si è adoperata in tale senso», Oliva parla di «una gara di solidarietà che ha visto impegnarsi in prima persona il sindaco di Riace e non solo». Infatti, «sono in tante le associazioni impegnate nell’accoglienza, che hanno ridato vita a realtà territoriali e centri storici in via di spopolamento». Evidenziando poi «che tanto fervore è venuto incontro alle difficoltà dello Stato e del suo apparato amministrativo», il Vescovo sostiene che «sarebbe offensivo per quanti operano nell’accoglienza strumentalizzare quanto accaduto (del resto ancora in corso di accertamento), per attaccare tutta l’organizzazione dell’accoglienza, pur sapendo che non sono mancati i limiti e gli errori commessi».

«In tanti casi – sostiene – ci si è sostituiti allo Stato». Per Oliva, «occorre un sussulto di umanità che aiuti a superare la tentazione di vedere nel migrante un pericoloso straniero».

«La legge è per l’uomo e per una vita sociale più umana, che si faccia carico dei diritti fondamentali della persona. La burocrazia deve aiutare in tale senso. Guai a voltare le spalle a chi è nel bisogno e bussa alla porta delle nostre case – conclude il Vescovo – ne verrebbe a scadere la nostra stessa umanità».

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