Siderno e la Calabria non meritano Mario Congiusta. Noi stiamo coi Congiusta e con la verità

Siderno e la Calabria non meritano Mario Congiusta. Noi stiamo coi Congiusta e con la verità

Nei giorni scorsi, per volere di Libera, a Siderno si è ricordato Mario Congiusta. Lo ricorderemo di nuovo tra qualche giorno, quando la Rete dei Comuni Solidali e il comune di Cinquefrondi gli intitoleranno lo Sprar.

Pubblichiamo l’ amaro intervento scritto dalla giornalista Simona Musco, che facciamo totalmente nostro.

Noi sappiamo da che parte stare, a differenza di coloro che si sono guardati bene dal partecipare al funerale di Mario, lasciandolo solo ancora una volta. Per questo continuiamo a continueremo a ricordare l’uomo e la sua lotta per la verità e la giustizia, che gli sono state negate.

GM

La verità è come la luce, la menzogna è il buio. E non possiamo ignorare che da anni sia calata l’oscurità più fitta sulla nostra terra, dove ogni storia come questa rappresenta soltanto una nuova sfumatura di quel nero pesto. Non ho visto tante mani pronte a reggere la candela che avrebbe dovuto rischiarare questo cielo scuro. Non ho visto tanti sguardi pronti a rimanere alti di fronte alla verità, che tutti conosciamo, ogni volta. Non ne ho visti abbastanza, almeno. Perché qua, in questo posto, tutti sappiamo tutto, almeno così si dice. E allora dove eravamo quando c’era bisogno di noi?

Sappiamo tutto quando si parla degli altri, quando le vite di chi ci vive a fianco vengono toccate dal caos. Bello o brutto che sia, sappiamo sempre ogni cosa. E parliamo, lasciamo sgorgare tante, troppe parole e ancora parole, parole, sempre parole. Poi, però, rimaniamo muti quando c’è da dire il giusto. Quando una singola sillaba pronunciata potrebbe contribuire a riportare la luce, ad aprire uno spiraglio, a squarciare quel velo che abbiamo calato colpevolmente davanti ai nostri occhi.

Nessuno è innocente quando accetta la menzogna. Nessuno è innocente quando sceglie la notte al posto del giorno.

Non ho mai conosciuto Gianluca, ma io Gianluca lo conosco. L’ho visto ogni volta che ho guardato negli occhi Mario, che ho stretto le mani di Roberta, quando ho abbracciato Donatella o osservato lo sguardo di Alessandra. L’ho visto ogni volta, perché hanno illuminato ciò che li circondava e mi hanno aiutata a diradare l’oscurità.

Dobbiamo tutti molto a questa famiglia, anche se molti di noi non lo sanno e molti preferiscono ignorarlo. Preferiscono andare avanti, perché ormai è tutto sepolto e nulla può cambiare. Non sapremo mai com’è andata, dicono. Eppure io sono convinta che molti sappiano esattamente com’è andata. Ma preferiscono ingoiare il rospo, perché pensano non riguardi loro. Eppure, voglio ricordarlo ancora, dobbiamo molto ai Congiusta. Dobbiamo loro l’averci dato l’esempio di come sia possibile vivere nel modo giusto, anche quando è terribilmente difficile, anche quando farlo ti fa sentire solo. Perché è arrivato il momento di ammettere con noi stessi che li abbiamo lasciati da soli. Non tutti, ma sicuramente troppi.

Non dimenticherò mai il funerale di Mario e l’assenza colpevole di chi avrebbe dovuto aiutarlo nella sua lotta, che era la lotta di tutti noi. Perché siamo un corpo solo e non possiamo delegare ad un solo organo di fare tutto quanto, sperando che ci salvi e magari dandogli la colpa se le cose finiscono male. Mario è stato il nostro fegato, filtrando per noi i dispiaceri, i nostri polmoni, aiutandoci a respirare aria pulita – a dispetto delle sue sigarette -, è stato anche le braccia che hanno costruito un pezzo del nostro futuro e le gambe sulle quali abbiamo percorso la strada che ci conduce a questo futuro. Ma soprattutto è stato il cuore di ogni cosa, di ogni guerra combattuta per la giustizia. Col suo corpicino piccolo si è dimostrato gigante in mezzo ai nani. E ci ha fatto conoscere Gianluca, la sua bontà, il suo animo buono. Tutti uguali, questi Congiusta.

Loro, quelli che portano il buio, sono ancora tra di noi. Provano, ogni tanto, a spegnere il lume che Mario ha lasciato acceso, disturbando la sua famiglia, pensando che basti per distruggere donne come loro, queste tre donne di una bellezza impareggiabile, dentro come fuori. La bellezza è sempre pericolosa e loro, i vigliacchi nascosti nel buio, evidentemente lo sanno. La temono. Tanti pensano che quella che dimostrano, con questi gesti piccini piccini, sia forza. Io, invece, la chiamo paura. E mi fa capire quanto siano grandi le mie mani rispetto a loro, quanto siano grandi le mani di ognuno di noi. Potremmo schiacciarli con un semplice gesto, chiudendo le dita, invece tremiamo. Tremiamo perché ignoriamo quanto siano soli e quanto la loro violenza sia espressione di debolezza.

Quindi adesso tocca a noi. Tocca a noi parlare, alzare la voce, accendere la luce. Altrimenti saremo tutti come loro. Decidiamo ora e per sempre: da che parte vogliamo stare? Io sto con i Congiusta. Io sto con la verità.

Simona Musco

 

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