Agguato a Reggio Calabria: ucciso un tabaccaio a colpi d’arma da fuoco

Agguato a Reggio Calabria: ucciso un tabaccaio a colpi d’arma da fuoco

Notizia tratta da: repubblica

Un agguato in piena regola, studiato, pianificato e realizzato con freddezza. Un cinquantenne di Reggio Calabria, Francesco Catalano è stato ucciso con diversi colpi di pistola ad Arghilla sud, nell’hinterland reggino.

Aveva appena chiuso la sua tabaccheria nel vicino quartiere di Gallico e stava rientrando a casa. Chi lo voleva morto lo sapeva o lo ipotizzava. Uno o più killer lo hanno atteso nel cortile del suo condominio e non appena la sua auto è entrata nel parcheggio non hanno esitato ad agire. Poco importa che fossero da poco passate le 20, che le finestre dei palazzi attorno fossero aperte e che in tanti stessero rincasando proprio a quall’ora.

Per Catalano, qualcuno ha emesso una sentenza di morte ed è stata eseguita. L’uomo ha fatto appena in tempo a parcheggiare, e subito diversi proiettili lo hanno colpito. Sul posto, sono immediatamente arrivati gli agenti della Squadra mobile, che hanno avviato le indagini, e i tecnici della Scientifica per i rilievi del caso.  Cinquantenne, sposato e con figli, Catalano, conosciuto in zona come “Ciccio u bumbularo” non era estraneo agli ambienti criminali della zona.

Alle spalle aveva una vecchia condanna per reati di mafia, da tempo però riusciva a tenersi lontano dal radar degli investigatori. Ma se Reggio Calabria brucia fra attentati incendiari, danneggiamenti e intimidazioni, la sua periferia nord da tempo è in ebollizione. Storico cortile di casa dei più potenti clan cittadini e termometro preciso degli equilibri criminali in città, è lì che stanno diventando più visibili le tensioni scatenate dai vuoti di potere seguiti ad arresti e condanne.

Ed è lì, fra Gallico, Catona e i quartieri limitrofi dell’hinterland nord, che negli ultimi anni sono stati registrati la maggior parte degli omicidi. Tutti o quasi, secondo fonti investigative sarebbero legati a nuovi appetiti e vecchie pretese sulla zona, più o meno gradite o avallate dai potentissimi clan di Archi, l’élite della ‘ndrangheta cittadina. Meno di un anno fa, poco lontano da Arghillà sud, Fortunata Fortugno è stata uccisa mentre era appartata con l’amante, Domenico Lo Giudice. Era lui il vero obiettivo dell’attentato, ma i proiettili dei killer hanno centrato la donna alla testa.

Un mese prima, il 53enne Pasquale Chindemi è stato ucciso in un agguato nella medesima zona. Ma andando non molto indietro nel tempo la lista si allunga e il quadro si complica. Il 29 dicembre 2016, a cadere sotto i colpi dei killer è stato Tarik Kacha, 34enne di origini marocchine ma cresciuto a Reggio Calabria, vittima di un vero e proprio agguato di fronte al portone di casa, nel limitrofo quartiere di Catona. Poco distante, il 26 maggio, il tabaccaio Bruno Ielo è stato inseguito e ucciso mentre rientrava a casa dopo il lavoro. Persone diverse, probabilmente anche con frequentazioni molto diverse, ma che potrebbero essere rimaste imbrigliate nella silenziosa lotta di potere che da anni imperversa nell’hinterland nord di Reggio e che sembra non essersi ancora conclusa.

Alessia Candito

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