Salvini ora vuole l’immunità. Da “Capitano” a “Capitan Coniglio” il passo è breve

Salvini ora vuole l’immunità. Da “Capitano” a “Capitan Coniglio” il passo è breve

Notizia tratta da: tpi

“Ci riprovano. Rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini in Italia. Non ho parole. Paura? Zero. Continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli Italiani! Io non mollo”. Era il 24 gennaio quando il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, tra una post anti-migranti e un selfie con un piatto di polenta, si impettiva virtualmente e sfidava il Tribunale dei ministri di Catania che lo accusa di “sequestro di persona” per aver bloccato la procedura di sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti e chiede l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti.

Nell’ennesimo monologo in diretta Facebook, Salvini aveva poi aggiunto: “Chiedo agli italiani se ritengono che devo continuare a fare il ministro, esercitando diritti e doveri, oppure se devo demandare a questo o a quel tribunale le politiche dell’immigrazione. Le politiche dell’immigrazione le decide il governo, non i privati o le Ong, se ne facciano una ragione”.

E ancora: “Lo ammetto, lo confesso e lo rivendico, ho bloccato lo sbarco. E mi dichiaro colpevole dei reati nei mesi a venire, perché non cambio. Rispetto il lavoro dei giudici ma serve chiarimento”.

In meno di una settimana il “capitano” (così lo chiamano molti dei suoi fan) ha però cambiato idea e in una lettera al Corriere della Sera ha spiegato perché chiederà ai senatori di negare l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti: “Dopo aver riflettuto a lungo su tutta la vicenda, ritengo che l’autorizzazione a procedere debba essere negata. E in questo non c’entra la mia persona. Innanzitutto il contrasto all’immigrazione clandestina corrisponde a un preminente interesse pubblico… In secondo luogo, ma non per questo meno importante, ci sono precise considerazioni politiche. Il governo italiano, quindi non Matteo Salvini personalmente, ha agito al fine di verificare la possibilità di un’equa ripartizione tra i Paesi dell’Ue degli immigrati a bordo della nave Diciotti”.

Insomma, secondo Salvini tenere in mare degli esseri umani in attesa di trovare un accordo con altri paesi per gestirne l’accoglienza fu un atto legittimo.

Qualcuno deve però avergli spiegato che nulla avrebbe impedito al Governo Italiano di contrattare con i partner europei dopo aver fatto scendere i 137 della Diciotti e dopo aver offerto loro la prima assistenza. È proprio averli utilizzati come ostaggi che non trova alcuna giustificazione, almeno secondo i giudici che vogliono celebrare il processo al vicepremier.

Ora la palla passa al Senato, dove il Movimento 5 Stelle per salvare il Governo dovrà digerire l’ennesimo boccone amaro, concedendo il privilegio dell’immunità al leader del partito che deve restituire 49 milioni di euro allo Stato in 80 anni di comode rate.

I vertici grillini, da Toninelli a Di Maio hanno già lasciato intendere che si tratterà di una “scelta politica” perché le decisioni prese dal ministro dell’Interno furono concordate dall’intero esecutivo. Sta di fatto che il coraggioso “capitano” vuole darsela a gambe levate, trasformandosi in un baleno in “capitan coniglio”, triste personaggio di un fumetto uscito male…

Fabio Salamida

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