Rimini, l’ombra della ‘ndrangheta sugli alberghi: 9 persone indagate

Rimini, l’ombra della ‘ndrangheta sugli alberghi: 9 persone indagate

Notizia tratta da: corrieredibologna

RIMINI Estorsione, riciclaggio e intestazione fittizia di beni. La Procura della Repubblica di Rimini ha iscritto con queste ipotesi di reato nove persone risultate essere prestanome di società che gestiscono alcuni alberghi della Riviera Romagnola. Nei dettagli, nella mattinata di venerdì, 22 marzo, circa 200 agenti in forza alla Squadra Mobile di Rimini e allo Sco di Roma hanno effettuato numerose perquisizioni in alcuni hotel della Riviera, a Rimini e a San Mauro Pascoli, e dell’entroterra senese, a Chianciano nonché nelle sedi di alcune società. Sono tutti – alberghi e società – risultati essere intestati a persone fittizie. Come riportato dalle cronache locali, due dei nove indagati sarebbero fratelli e porterebbero il nome di una famiglia molto importante e nota del panorama malavitoso calabrese. Le indagini sono appena all’inizio, il questore di Rimini Maurizio Improta – che lunedì saluterà gli uffici di comando del capoluogo romagnolo per trasferirsi a Roma – ha comunicato che sulle operazioni in corso vige il massimo riserbo da parte degli inquirenti. Gli inquirenti temono che nella cabina di queste operazioni di regia ci sia nient’altro che l’Ndrangheta e che l’ombra lunga e inquietante della criminalità organizzata sia giunta in Riviera infiltrandosi, in un sistema, quello alberghiero, da tempo ritenuto un obiettivo sensibile. 

Al setaccio i cambi di gestione degli hotel 

Proprio per questo da tempo in Riviera non passano inosservati i cambi di gestione e proprietà degli alberghi. In particolare si è scoperto che uno degli hotel passati al setaccio aveva cambiato società negli scorsi mesi per poi presentare repentinamente domanda per accogliere migranti nella struttura. Al tempo era intervenuta la Prefettura che aveva bloccato la domanda per via di alcune anomalie. Il sospetto è che la struttura non fosse in regola con le norme di infiltrazione mafiosa e prevenzione patrimoniale. 

La presidente degli albergatori riminesi. «Ora fare squadra» 

«Una volta che il vaso di Pandora è stato scoperchiato, bisogna saperlo gestire. Ben vengano queste indagini, parliamo di fenomeni — il riciclaggio — da una parte non nuovi in Riviera ma al contempo piaga dell’intero Paese». A dirlo è la presidente dell’Aia – l’associazione degli albergatori riminesi – Patrizia Rinaldis. «Ora serve che albergatori, ma anche altri attori, come commercialisti, notai, banche, si mettano al servizio delle forze dell’ordine per agevolare indagini che comunque saranno lunghe e complesse. Basti pensare al fatto che molti alberghi non sono registrati nemmeno in Riviera. È però importante sottolineare che non sono solo gli alberghi ad essere obiettivi sensibili, ma anche altre tipologie di locali». 

L’Osservatorio sulla criminalità organizzata: «Allarme lanciato da tempo»

«La mafia ricicla denaro sporco anche qui in Riviera, in hotel, ristoranti, pizzeria. Lo si sa da anni e dirlo non è stato facile». Già qualche anno fa l’Osservatorio riminese sulla criminalità organizzata aveva lanciato, con queste parole, l’allarme sulle infiltrazioni malavitose sul litorale romagnolo. «Ma ciò che emerge dal nostro osservatorio è che per gli addetti ai lavori del settore turistico e alberghiero l’infiltrazione delle mafie in questi territori e nell’economia locale resta un problema delle Forze dell’Ordine».

Enea Conti

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