Il Movimento LocRinasce preoccupato del futuro della sanità nella Locride

Il Movimento LocRinasce preoccupato del futuro della sanità nella Locride

Photo by Piron Guillaume on Unsplash

Appello del Movimento a: 

– Governatore Regione Calabria, On. Mario Oliverio

– Struttura Commissariale per il Piano di Rientro Sanità, Gen. Saverio Cotticelli e Dott. Thomas Schael

Presidente Assemblea dei Sindaci della Locride, Dott.  Rosario Rocca

– Presidente Comitato dei Sindaci della Locride, Dott. Francesco Candia

Illustri Autorità e Rappresentanti,

se quanto accertato al Tavolo romano interministeriale di monitoraggio del Piano di rientro sanitario per la Calabria, con un disavanzo arrivato a 160 milioni, di cui 60 milioni oltre il gettito garantito dalle proprie entrate, dovesse a breve essere ufficialmente confermato, scatterebbe automaticamente per la nostra regione la regola dell’inasprimento delle aliquote fiscali di Irap e Irpef, già molto alte, oltre al blocco delle assunzioni fino al 2020. Questo provvedimento, di colpo cancellerebbe il diritto alla salute per la maggior parte dei cittadini calabresi, ma, a risentirne maggiormente della gravità gestionale e delle inefficienze accumulate in questi anni, sarebbero soprattutto i cittadini di quei territori dove i servizi sono stati lasciati molto carenti, come ad esempio la Locride. Il colpevole ritardo con cui l’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, da cui dipende la gestione dell’Ospedale di Locri, si è mossa nell’ attuazione di alcuni provvedimenti amministrativi che avrebbero potuto dare, così come avvenuto in altri territori, una boccata di ossigeno, ha aggravato ulteriormente una situazione complessivamente di per sé già molto difficile. Ci riferiamo in particolare allo svolgimento delle procedure concorsuali per il reclutamento del personale sanitario mancante che, pur autorizzato, ancora oggi, è lungi dall’essere assunto. Quasi tutti i reparti sono privi dei Direttori di struttura che, andati in pensione da tempo, non sono stati sostituiti; lo stesso dicasi per tantissimi dirigenti medici, infermieri e personale di supporto, con evidenti conseguenze sui tempi e sulle modalità di lavoro. Inoltre, sebbene si possa pensare che il blocco del turn-over si traduca in un risparmio nel breve periodo, certamente il mancato adeguamento delle dotazioni organiche ai livelli standard minimi comporterebbe la drastica riduzione quali/quantitativa dell’offerta sanitaria e, in alcuni casi, anche la chiusura di alcuni reparti, con grave pregiudizio per i cittadini utenti che, avendone la possibilità, sarebbero costretti a ricorrere alle prestazioni presso altre aziende extraregionali. Come dire, da un lato si risparmia relativamente nell’immediato, dall’altro aumenta l’emorragia della mobilità passiva e, quindi, l’aumento del debito nel medio lungo periodo, oltre che il depauperamento dell’offerta sanitaria per coloro che, loro malgrado, non avrebbero comunque le risorse per spostarsi in un altro territorio. A questo bisogna aggiungere anche l’ulteriore aggravamento di carenza di personale che, il pensionamento anticipato con quota 100, determinerà a breve.

Questa drammatica situazione, con un’Azienda sanitaria lasciata da tempo senza alcun controllo di gestione, è stata anche oggetto di attenzione da parte di testate giornalistiche e di TV nazionali, con ospedali definiti da “incubo” e giudizi complessivi estremamente negativi che, accomunando tutto e tutti in uno stato collettivo di degrado, hanno finito per umiliare anche quanti continuano ad operare con grande sacrificio in queste strutture. Oltre al danno anche la beffa, verrebbe da dire. Le promesse in questi anni sono state tante e tutte mai mantenute, i problemi si sono aggravati giorno dopo giorno, molti reparti con il personale rimasto in servizio non sono più nelle condizioni oggettive di poter garantire i servizi essenziali. Nel corso degli ultimi anni, dopo l’accorpamento con l’ASP di Reggio Calabria, l’Ospedale di Locri è stato progressivamente svuotato di molte delle sue funzioni; molte delle attività specialistiche che erano state realizzate, nel tempo, grazie alla professionalità di tanti validi operatori, sono oggi scomparse o lasciate solo alla buona volontà di chi non vuole rassegnarsi a questa situazione. Nel corso di questi anni, nessun tentativo di riorganizzazione è stato fatto per cercare di rendere, anche con le poche risorse disponibili, più efficienti i servizi. Nessuna integrazione concreta è stata promossa per far sì che ospedale e territorio potessero meglio funzionare.

La Casa della Salute che si sarebbe dovuta realizzare nell’ ex Ospedale di Siderno, dopo il trasferimento a Locri delle unità operative di cura per acuti, è rimasta una delle tante promesse non realizzate. Lo stesso dicasi dell’Hospice che, ultimato, non è mai entrato in funzione.

Commissariamenti, commissari ad hoc, gestioni straordinarie e soggetti attuatori si sono succeduti nel corso di questi anni ai vertici dell’Azienda Sanitaria di Reggio Calabria, ma c’è da chiedersi: cosa è cambiato? Ecco perché oggi, quanto ventilato sul nuovo blocco delle assunzioni, per la Sanità della Locride potrebbe rappresentare un colpo mortale. Il Ministro Grillo, che ha dichiarato di volerci mettere la faccia in tutto questo, avendo personalmente verificato la gravità della situazione, deve con urgenza dare delle risposte. Abbiamo già vissuto una triste stagione di scontro tra poteri Istituzionali che, come sempre accade, non giova a nessuno, tanto meno ai cittadini che hanno bisogno di cure e di potersi curare, come è diritto di tutti i cittadini di questo Paese, nella propria regione. Non vogliamo continuare a dover essere spettatori di un film già visto.

La Sanità nella Locride ha bisogno di risposte urgenti. La salute è un problema troppo serio per continuare a giocare al rimpallo delle responsabilità e delle dichiarazioni propagandistiche.                                                                                                      

Il Movimento Locrinasce 

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