Aiello: “La lezione di Lucano alla politica”

Aiello: “La lezione di Lucano alla politica”

Di Pasquale Aiello

La macchina del fango, nel gergo del giornalismo e della politica rappresenta il comportamento pianificato di un ‘gruppo di pressione’ che attraverso la comunicazione mediatica, dopo aver rastrellato meticolosamente, informazioni, dati, notizie o riferimenti, variamente ottenuti e non sempre in modo legittimo, maneggiati, o anche completamente infondati, relativi alla vita privata, pubblica e professionale, mira, con la diffusione del materiale raccolto, a delegittimare o danneggiare la moralità e la credibilità di un individuo influente e stimato ma avversario e oppositore di un partito politico o di una qualsiasi unione potente, o anche mafia e massoneria, insomma di un gruppo di potere, col solo fine di turbare l’opinione pubblica nei suoi confronti o del suo operato. I criteri adoperati, le proiezioni, le alterazioni, e i suoi intenti ingiuriosi, caratterizzano nettamente questa attività di sciacallaggio da quella dell’autentico giornalismo d’inchiesta.

E’ proprio ciò che sta accadendo a Mimmo Lucano o meglio a ‘San Lucano’. Alcuni quotidiani assoggettati al potere hanno riscoperto da qualche giorno alcune carte e qualche intercettazione che il Gip di Locri a Ottobre del 2018, a conclusione delle indagini disposte su Lucano dalla Procura, aveva valutato insufficienti e non fondate, ma viziate da congetture, inesattezze e errori procedurali e per questo aveva fatto cadere quasi tutti i capi d’imputazione, confermandone solo due su nove. E’ uno strumento, infernale questa macchina. Una forza distruttrice che si è abbattuta su quest’uomo. Bisogna fargli mancare il respiro, bisogna colpire duro.

Gli indirizzi del Gip e della Cassazione dicono che non ci sono gravi indizi di colpevolezza nei confronti di Lucano, ma in questo lembo di terra del sud non valgono nulla. Bisogna disorientare e creare smarrimento.

L’unica verità è che Mimmo Lucano, in questa avventura dell’accoglienza è riuscito a dare, con umiltà, una lezione esemplare ad una politica perversa che si regge ormai sui like di facebook e sul malcontento della gente, ha rinunciato a candidature e sicura elezione con conseguente immunità, per farsi processare, lottando nel processo e non contro il processo. Mimmo il ‘curdo’ sta combattendo la sua battaglia a testa alta. Avrà sbagliato? Sarà condannato? Si vedrà. Alla fine, e al netto di tutto quello che potrà accadere, rimarrà nella storia e in sua testimonianza la più grande opera che un essere umano prima e un amministratore poi, potesse mai realizzare e che nessun’altro potrà mai distruggere: La salvezza e la riedificazione della dignità di tanti fratelli cui era stata loro cancellata da guerre, violenze e carestia.

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