Paolo Fragomeni sul respingimento del ricorso al TAR per lo scioglimento del Comune di Siderno

Paolo Fragomeni sul respingimento del ricorso al TAR per lo scioglimento del Comune di Siderno

E infine venne il giorno della protervia e dell’ingiustizia fatte passare come azione atta a ripristinare la legalità (come se Siderno, la gloriosa e rinomata Siderno, la civile e bella Siderno fosse un covo di briganti) e l’ordine.

Con la sentenza del TAR che conferma lo scioglimento del Consiglio Comunale di Siderno e la liquidazione della sua Amministrazione Comunale per sospetti condizionamenti mafiosi, si scrive una pagina buia della storia di questa città. Non già per l’onore dei sidernesi  che non sono mai stati ingannati dai loro amministratori, ma per la giustizia e la verità.

Una pagina che resterà impressa a scorno di chi ha concepito, messo in atto e, infine, giustificato la squallida sanzione punitiva verso persone per bene che hanno avuto il solo torto (e una buona dose di ingenuità) di amare troppo la propria città, tanto da mettersi  in gioco, nel tentativo (che peraltro stava procedendo con ottimi risultati) di risollevarla dalla peggiore crisi dal dopoguerra ad oggi anche grazie alle pessime gestioni commissariali degli ultimi anni.

Con questa sentenza si chiude un’operazione liberticida che va a ferire gravemente un principio cardine della Costituzione Italiana la quale assegna alle popolazioni locali il diritto di scegliere i propri amministratori.

E’ incredibile come sia stato possibile che in un paese democratico sia stata varata una norma palesemente anti-costituzionale e che a distanza di venti anni dalla sua promulgazione, nonostante si sia dimostrata inefficace sotto vari aspetti, nessuna forza politica si sia posto il problema di una sua profonda revisione; ma forse una ragione c’è ed è da ricercare della pavidità e nell’opportunismo di una certa classe politica.

Una legge ingiusta perché consegna le sorti delle comunità al libero arbitrio delle prefetture che possono sciogliere sulla base di semplici sospetti e non già di comprovate verità. Una legge degna dei peggiori regimi oppressivi e che fa a pezzi lo Stato di Diritto, alla base della giustizia universale, secondo cui le responsabilità sono soggettive e comprovate.

Per quanto riguarda me, descritto come colluso con la ‘ndrangheta, (verrebbe soltanto da ridere se non fosse per la drammaticità dell’intera vicenda) parla la storia personale:

  1. Appartengo ad una famiglia di democratici e antifascisti. Mio padre è stato un fiero oppositore al regime fascista e per questo ha subito la persecuzione politica col carcere e la tortura. E’ stato un dirigente nazionale della Confederterra al fianco dei contadini e delle gelsominaie. E’ stato (amico personale di Pietro Ingrao e Fausto Gullo) tra i protagonisti del radicamento del PCI nella provincia di Reggio e in Calabria, segretario del PCI della Jonica, dirigente regionale e provinciale dello stesso partito, candidato al Senato della Repubblica, più volte Consigliere Provinciale e Consigliere Regionale con l’incarico di Segretario Questore nella prima legislatura. E mi fermo qui.
  2. Mia madre è stata una maestra elementare e, insieme a tante altri educatori, ha contribuito a scolarizzare una popolazione per buona parte analfabeta nell’immediato dopoguerra.
  3. Molti miei parenti: zii, cugini, ecc. hanno svolto specchiata attività politica e amministrativa, e anche nel sindacato, sempre al servizio della collettività.
  4. Il sottoscritto ha militato nella FGCI (Federazione Giovanile Comunista Italiana), facendo parte degli organismi provinciali reggini, accanto a figure del  calibro dell’attuale Sen. Marco Minniti il quale mi affidò il compito di responsabile della giovanile sulla Jonica.
  5. Eletto Consigliere Comunale di Siderno all’età di diciotto anni e riconfermato tale, in seguito, per altre sei volte.
  6. Nell’ultima consigliatura sono stato candidato nella lista del PD e tale scelta è maturata su richiesta dell’allora  segretaria del partito di Siderno Maria Teresa Fragomeni  (non certo perché uomo gradito alla potente cosca dei Commisso) , d’accordo il segretario pro tempore provinciale Sebastiano Romeo, per spirito di servizio verso il mio partito, risultando eletto con 306 voti.
  7. Ritengo di aver svolto con onore ed equilibrio il compito di Presidente del Consiglio Comunale  convocandolo mediamente ogni  venti giorni (in particolare ho convocato, d’accordo il Sindaco Fuda, molti consigli comunali con all’ordine del giorno questioni inerenti la lotta alla criminalità organizzata e di condanna ai vili atti intimidatori  portati contro esponenti del C.C.; ho convocato tempestivamente il C.C. ogni qual volta si è dovuto costituire Parte Civile in processi contro la ‘ndrangheta).
  8. Ho partecipato alla mia prima manifestazione contro la ‘ndrangheta  poco più che ragazzo nel Servizio d’Ordine del PCI quando solamente a nominarla si rischiava di essere gambizzati ad andar bene le cose. Non ho mai frequentato ambienti  criminali o persone che di questi fossero esponenti (ma credo che di ciò le forze dell’ordine siano più che informate) essendo sempre stata una persona libera, democratica, educata ai valori di giustizia, libertà e integrità morale dai miei genitori e grazie alla frequentazione (questa si abituale) di molti miei maestri politici e padri nobili della comunità come Peppe Reale, Peppe Errigo, Enzo Pedullà, Peppino Brugnano, Cosimo Iannopollo, Peppe Romeo, Giovannino Riccio, Marco Lulì, Enzo D’Agostino, ecc.) e fiera avversaria di ogni forma oppressiva e criminale.

Infine, esprimo tutta la mia delusione per il trattamento che la mia persona, e tante altre come me, hanno subito e stanno subendo come ‘giusta gratificazione’ per l’impegno verso la propria comunità.  Resta, anche, la profonda delusione e amarezza per le conclusioni del TAR che intaccano la mia fiducia verso la magistratura.

Ciò che resta sono macerie umane e materiali e l’amara constatazione che a nulla serve costruire una vita all’insegna dell’onestà, dell’impegno sociale, del rispetto delle regole (e su questa strada aver educato e condotto i figli), quando una semplice illazione, un sospetto, un pregiudizio finiscono per  creparne la rispettabilità.

Concludo ringraziando tutti quelli, e in particolare il Sen. Fuda che mi ha fortemente voluto alla guida del Consiglio Comunale, per la collaborazione istituzionale e umana che, in questi anni, sono state ulteriori occasioni di crescita politica e personale. Onorato di aver fatto parte di una squadra che si è accollata la pesante responsabilità di risollevare la città di Siderno dal baratro nel quale era precipitata. 

Resta la speranza, anzi, la certezza che i sidernesi, presto, possano tornare ad autogovernarsi liberamente come democrazia vuole e pretende.                                                                        

Paolo Fragomeni

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