Solo poche righe ma molto molto utili

Solo poche righe ma molto molto utili

A volte le strade che intraprendiamo fanno coincidere i percorsi della nostra vita con le stesse dinamiche e gli stessi terminal di un rotolo di carta igienica. Ci hai mai fatto caso?

Nel momento topico ti senti presente, così convinto che sia tutto sotto controllo. Così convinto di avere tutta la situazione in mano. Ma è proprio nella certezza, nella padronanza, nella routine del dato acquisito che il rotolo ti cade, rimbalza quel poco che basta per farlo fermare nella sua goffagine (non si dice goffagine, lo so) ed eccolo lì, pronto per srotolarsi ed intraprendere fiero il suo percorso verso la libertà. Un percorso non preciso ma geometricamente inappuntabile verso la libertà.

Ma è davvero libertà quella a cui è andato incontro approfittando della nostra distrazione? 

Lo senti quell’impeto libertario, quel brivido che i più arguti filosofi a noi contemporanei definirebbero “buonista”, di chi è stato capace di donargli un finale alternativo nel cassonetto in vece di un destino già segnato tra i meandri di un culo stretto?

Oppure ti succede che, come nella tua vita di carne e ossa e feci, interviene qualcosa di inaspettato? Dio solo sa quanto sia ampio il raggio di qualcosa di inaspettato, e poi lo scopri anche tu, l’ho scoperto anche io, e lo scopriamo tutti quando le cose ci succedono e ci diciamo “ma che cretino che sono, come cazzo ho fatto a non pensarci?”

Le cose succedono, le case ci annegano, le chiese promettono, le quasi ci fottono.

Ed eccoci lì, per terra, come rotoli di carta igienica che puntano alla libertà e ci piace pensare perché ci piace credere, salvo poi riscoprire il piacere di quel qualcosa che ci spinge a volere riavvolgerci, noi nastri, e riprovarci. Ci avete mai fatto caso? 

Le mille e una notte non pensano mai a quelli per i quali ogni notte potrebbe essere l’ultima notte. 

E quando è finita, riavvolgere il nastro non è così facile come sembra e ci ritroviamo allo specchio, con lo sguardo stanco e la voglia di riprovarci che goccia dopo goccia si mescola ai liquidi dentro bicchiere con le lentine, per quelli che pensano di poterci vedere meglio, o si mescola al liquido nel bicchiere con la dentiera, nel caso di quelli chi u mundi si l’avivanu a mangiari…

Il punto di non ritorno non esisterà mai se non deciderai mai di partire.

Il punto della vittoria non esisterà mai se non ci andrà di giocare.

Il punto e virgola rimarrà nel dimenticacatoio di un popolo che ha deciso di non averne bisogno.

Ah, il bisogno!

Sogno o bisogno?

Sugnu cu sugnu e ad un benedetto punto ci arriverò. 

Fosse anche un punto e basta, ben cosciente che per natura non mi basterà mai.

E poi (il mio ottimismo sta dando per scontato il fatto che tu sia una persona sana) quando ti ritroverai sul cesso convinto di avere la situazione in mano e poi quando peccherai ancora (senza poi confessarlo perché “inferno per inferno” me lo scelgo io il mio “inferno”) e poi ancora quando guardando il rotolo riavvolto capirai che se lo butti non puoi pulirti, ecco che in quel momento non basterà mettere un punto e non basterà accontentarsi. No! 

Ecco perché ti consiglio di stampare queste poche righe e farne ciò per cui sono state scritte.

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