“Abbracciami!”

“Abbracciami!”

Al mercato del pesce tutto scorre a correnti alternate. Come ogni giorno, dalla sua bancarella, Ciccillo aveva da ridire su tante cose, ma mai sulle persone. Non riusciva a capire come la gente potesse sperperare tutto quel tempo a ridire su tutti mentre era chiaro che è il contesto che crea quei disturbi quotidiani nella testa delle persone. Adeguato il contesto, le persone avrebbero avuto la possibilità di crescere ed accrescere e limare i dubbi sui perché dell’esistenza dell’uomo in questo angolo di universo.

Non è certo una certezza quella che lo aveva convinto della bontà della sua missione, ma l’idea era semplificare. E per semplificare Ciccillo intendeva proprio costruire, metro dopo metro, un contesto capace di disimpegnare la testa delle persone a lui circostanti da tutti quelle stupide spine che facevano sanguinare i meno attenti. Avevano tutti qualche bell’aneddoto su Carlo, su Antonia, sulla tipa che stava passando con quel cappottino brutto ed una pettinatura discutibile. Ciccillo credeva inumano che si potesse perdere tempo a discutere di una pettinatura. Se proprio c’era da pensare ad una pettinatura, lo faceva con la voglia di provare ad immaginare il perché di quella pettinatura. O il perché di quel cappottino.

In città spesso manca l’acqua e mancando l’acqua magari la signora non aveva avuto modo di lavarsi i capelli. O magari il ritardo di uno stipendio aveva fatto slittare la possibilità di comparare un cappottino meno sdrucito. Guardando a quella signora Ciccillo vedeva i problemi a monte e dedicava un pensiero ai problemi del datore di lavoro e dell’amministrazione comunale incapace di fornire un servizio nonostante la capienza di cassa. Non era un grande oratore, maledetto nervosismo, ma pensava. Pensare era la piaga del suo tempo. L’altro mercoledì si era ritrovato a discutere delle dimensioni del pesce che servivano al banchetto di Graziella. Non era accettabile lo sterminio della fauna marina. Sotto una determinata dimensione, il pesce non andava pescato. Punto. Spiegare una cosa così semplice a chi non ha tempo di pensare agli ecosistemi diventava una battaglia sociale che prescinde dalle singole persone che lo compongono. Ma non era giustificabile che gli si dicesse di non aver tempo. Il tempo c’era stato, c’era e ci sarebbe stato. Parlare di beni comuni. Parlare di mali comuni. Escludere il gaudio ed il mezzo gaudio. Sul capitolo Gladio aveva rischiato l’arresto. Ai gladiatori preferiva il rosso dei gladioli. Alle parole sottotraccia preferiva chiedere una mano per scavare spazi più ampi, capaci di portare alla luce tutti i pezzetti che componevano lo stato delle cose fino a quel momento. Sempre che esista uno stato delle cose e che non si faccia l’errore di dimenticare che ciò che sappiamo è solo ciò che sappiamo e non è la verità.
“Sei come una specie di archeologo dei significati. Ti piace scavare e scavare e portare alla luce il senso dei concetti”, gli disse una volta Linda. Bellissima Linda. Al mercato del pesce aveva avuto dei problemi con un paio di locali. Lei arrivava dal mare. Linda era una sirena e vendeva affetto. Qualcuno dei locali non la vedeva di buon occhio perché ravvisavano una sorta di conflitto di interesse. Come poteva, proprio una sirena, esercitare la sua attività al mercato del pesce? Non importava che Linda non avesse un banchetto del pesce ma una teca degna di Houdini. Ad alcuni dei locali non importava che lei vendesse affetto al cospetto di una società civile così abbagliata dal bisogno di affetto da non essere capace di riconoscerlo quando gli si parava davanti. L’acqua traboccava ogni volta che Linda ed il suo cliente, o la sua cliente, ci si immergevano. Si stringevano in un lungo abbraccio, nella confortevole consapevolezza che un lungo abbraccio era ciò di cui avevano bisogno ed il sorriso limpido di chi vorrebbe che quel momento non passasse mai.

“Credo che tu sia la cosa più bella che potesse capitare a questo mercato”, le disse Ciccillo quando, occupando la posizione assegnata dall’amministrazione comunale, Linda spiegò ai suoi vicini più prossimi cosa avesse intenzione di fare.

Tra deboli di cuore, malati di minchia, mani bucate, gente che da quell’orecchio non ci sente, culi chiacchierati e personaggi con la testa per aria che quotidianamente popolavano il mercato, Linda vendeva la possibilità di azzerare i mali del corpo abbracciandolo. Linda ed i suoi clienti volavano con la mente dentro un mondo migliore di quello che gli si presentava agli occhi. Con la coda cercava e trovava l’equilibrio per cullare in acqua i suoi clienti, che spesso finivano per dimenticare di essere umani. Si dice che fino al dodicesimo secolo le sirene avessero un corpo per metà donna e per metà uccello. Solo più tardi si ha memoria della ridefinizione di quelle creature come acquatiche. Ma nel tempo, che galantuomo lima anche gli angoli più acuti dell’ottusità, chi può non aver pensato alla gracile consistenza di certe narrazioni? Di certo ci aveva pensato Ciccillo.

“Linda… tu… mi piaci… ehm… davvero tanto…”, le disse una mattina della tarda estate di tre anni fa. “Mi piaci perché rendi concreta la mia battaglia. Fuori dal senso comune e dalle dicerie, maledette malelingue. Sei capace di andare oltre il senso incompiuto per dare nuove forme al pensiero. Aggiungi anziché togliere. Stimoli anziché reprimere. Ascolti anziché parlare. Fai anziché disfare. Sposami!”.
“Tu… tu, abbracciami!”. Linda, cortese come suo solito, inclinò leggermente la testa a sinistra per coprire con i lunghi capelli un sorriso arrossito ed il sangue agli occhi. Nascosto dietro un bacio imperituro, un morso da mostro marino. La nassa dell’impossibilità si fece largo, ramificando le proprie maglie strette, sulla preda Ciccillo. Nel mare della vita, Linda ci insegna a nuotare tra le correnti. Ci insegna a nuotare con tutti. Per tutti.
Il mondo del mercato del pesce continua ad urlare ogni mattina i significati della vita e le rimostranze della morte. Linda, immersa nel mondo del mercato del pesce, continua a dirci che tutti siamo di tutti.

Se per un solo giorno ognuno di noi la smettesse di fare tutto questo rumore, riusciremmo a sentirlo. Tutti.

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