Karmageddon un bordello

Karmageddon un bordello

La notte di Carnevale 2020 Rocco Schumacher decise che il giro record sarebbe stato il suo. Lo avrebbero scandito i cronografi dalle 12 latte di birra da mezzo che aveva comprato al discount quello stesso pomeriggio. Come clessidre che al posto della sabbia avrebbero riempito il suo stomaco di malto d’orzo, suggeva avido girando la latta per svuotarla. 3…2…1… Via! Il tempo passava sempre più velocemente. E sempre più velocemente prendeva confidenza con la pista. Andava bene. Al settimo giro i 4 minuti e 53 secondi sembravano un buon risultato. Alla guida della sua fuoriserie, Rocco riusciva chiaramente a distinguere la fauna che popolava i marciapiedi, le strisce pedonali ed il centro della strada. Qualcuno attraversava guardando solo da una parte. Qualcuno dovrebbe ripetere il corso da pedone della terza elementare. Rocco Schumacher era in cerca del record. Attentissimo alle condizioni del manto stradale sceglieva le traiettorie migliori. Nessuna goccia di birra sarebbe andata persa. Era lucidissimo.

I posti di blocco e gli armamenti che ti impongono di fare attenzione prima di metterti alla guida, attraverso dei criteri che la non uniformità degli esseri viventi vuole uniformare, non avrebbero smontato il suo intento. Ottava birra. 4 e 53. Manteneva il ritmo. Andava benone. Nona birra. 4 minuti e 57 secondi.

Le buche sparse in città come dissuasori naturali dell’architettura umana non lo avevano mai convinto, al massimo erano riuscite a fargli perdere qualche secondo. Decima birra. Non cronometrò il tempo. Rocco era stato distratto da un gruppo di tizi vestiti come i Ghostbusters, proton pack compreso. Janine compresa. Slimer compreso. Vigo principe di Dalmazia compreso. Zuul compreso. Sigourney Weaver compresa. Il bambino non c’era. Se i bambini li portano le cicogne la domanda da porsi era chi cazzo portasse le cicogne. Le buone domande permettono all’umanità grandi passi avanti a prescindere dal tempo necessario ad avere una risposta corretta, se ma esistesse. Undicesima birra. 3 minuti e 58 secondi. Andava bene. Andava meglio.
Il figlio del sindaco era vestito da Joker. Rocco aveva incontrato sessantatré Joker, solo quella notte. Nessuno aveva sparato a nessun presentatore di nessun talk televisivo. Non starei qui a scrivere ma mi starei ubriacando alla festa del “se così fosse…”.
Che anno di merda per il Carnevale. Che anno di merda. Non si erano mai visti così tanti perditempo come quest’anno. I più furbi ballavano pezzi di Michael Jackson vestiti come ogni giorno ma con la maschera da porco. Si professano divinità di tutti ma Rocco ebbe da ridire ed il porco smise di ridere. La soluzione era dietro l’angolo. Dietro uno degli angoli del triangolo, usavano la lancia come pungolo circa un miliardo di centurioni, che ne sarebbe bastato uno per farti venire la voglia di strangolarlo. Il record della pista era suo. Un sosia di Padre Pio si era appartato nell’area di sosta a ridosso del parcheggio del porto con una cosplayer di Barbara D’Urso. Orsù, puritani del cazzo, smettetela di fare finta che non vi sia mai successo. Barbara era la soluzione ideale per leccare le ferite lasciate da un processo di beatificazione prima e santità successivamente. Pubblicità. Che cos’è un buco di bilancio se paragonato ad un buco della crocifissione? Limando ad ogni giro gli angoli della pista, Rocco si rese conto di poter fare di meglio. Non voglio dire altro. Non voglio dire altro. Ogni parola di troppo sarebbe il germoglio di ciò che l’orgoglio respinge. Lo scoglio da superare non è il tuffo nel vuoto ma il foglio che lasci con le tue ultime volontà. L’ereditaria della Lamborghini andava a rilento. Le chart non contano se tanto mi dai poco. Rocco riuscì ad evitarne almeno centosessantanove vestite come lei all’ultima serata dell’ultimo Festival di Sanremo.

La Pasqua sembrava lontanissima. La felicità non è mai esistita. Al massimo qualche campione sintetizzato da un mostro metà mago da laboratorio e metà unabomber, era stato dato in pasto al popolo al posto della verità dei fatti. Non foste voi non ve lo direi nemmeno. Rocco ha imparato a guidare da piccolo. Lo chiamano Schumacher da quando per la degenerazione di una malattia ereditaria è rimasto paralizzato agli arti inferiori. Chiamarlo Zanardi sarebbe stato davvero indelicato.
Tra persone per bene ci si intende sempre. Capirsi è tutt’altra storia. Non capirsi è tutt’altra strotìa. Le luci dell’alba di questa domenica di febbraio non era detto che si sarebbero accese. Benedetta sia l’attesa del giorno nuovo. Del chi l’abbia ingravidato non deve fregartene un cazzo. Guida Rocco, guida! Guida Rocco, guida!

Pazzo di gioia segnò 3 minuti e 33 secondi proprio alla dodicesima birra. L’ultima occasione. Il nuovo record da ricordare negli annali del Carnevale era il suo. Che tu possa fare di meglio ne dubito. Anche se sai sciare meglio di lui. Anche se guidi una McLaren Mercedes. Anche se al box i tuoi sono più veloci, il Carnevale di quest’anno è andato e non si registrano tempi migliori. Dalla scatola nera i dati sono inesorabili: trentasette travestimenti da Craxi rivalutato in euro; settantuno Achille Lauro senza i l’ingrasso degli sponsor; almeno il doppio somiglianti a Dario Brunori che se ne fotte di partecipare al Festivàl della Canzone Italiana e tutto sommato come dargli torto?; trecentotrentasette imbardate da prostitute e con lo sguardo da madonne comprensive; cinque volte tanto gli spiantati morti di figa che passano e spassano desiderando i soldi degli altri. Mina!
“I sogni son desideri”, fu il monito delle mille Mary Poppins strafatte di cocaina e pronte ad aiutare ogni spazzatura umana nel cammino nella notte che tutto avrebbe potuto levare tranne che l’odore rancido della carne umana che la popola. Rocco e la sua Ferrari volevano andare oltre. Altre facce, altri lidi, altri nidi di vespe dai quali guardarsi per evitare di scoppiare al contatto con certi pungiglioni. Ridere, ridere, ridere ancora. La vita è belloccia se accenni un sorriso.

Alla guida cambia tutto, come per le marce devi ascoltare il motore, devi seguire i giri. Alla mercé di un egotismo malcelato, Rocco decise di prendersi pure il record di Karmageddon. Diciottomilioni di Matteo Salvini pascolavano per le strade di una notte buia che sembrava non voler avere fine. L’Italia sfinita non gli avrebbe mai chiesto il perché di quell’ultimo desiderio. Dalla teoria alla pratica. La miglioria prima della morte. Chi pria non pensa poscia si dispera. Le strada per il Paradiso è piena di posti di blocco. Ma sono tutti mentali. E Rocco quella notte pensava solo a guidare veloce fino al prossimo 25 aprile per continuare a fare festa.

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