“I richiedenti asilo non sono «clandestini»”, scatta la condanna per la Lega

“I richiedenti asilo non sono «clandestini»”, scatta la condanna per la Lega

Per la Corte d’Appello di Milano usare la parola “clandestini” ha carattere “discriminatorio”: è stata quindi confermata la sentenza con cui il Tribunale, accogliendo il ricorso dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e del Naga, aveva condannato la Lega Nord per alcuni manifesti apparsi a Saronno, in provincia di Varese nel 2016.

Tutto ebbe inizio quando il sindaco leghista di allora, Alessandro Fagioli, tappezzò la città di Saronno con alcuni manifesti contro l’arrivo di 32 profughi in città. Il primo cittadino era contrariato, dichiarando che “non voleva africani maschi vicino alle scuole”.

Dato che, scrivono i giudici nella sentenza depositata, i richiedenti asilo sono “soggetti che hanno chiesto l’accertamento del diritto” a rimanere in Italia per situazioni “di pericolo di persecuzione” nei loro Paesi “non è ammissibile l’utilizzo dell’espressione clandestini“.

Il divieto di discriminazione è, inoltre, sancito dall’art. 14 della “Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.” Anche l’espressione di un’opinione politica, chiarisce la Corte d’Appello, “deve essere necessariamente bilanciata con il rispetto e la tutela della dignità delle persone alle quali è fatto riferimento”

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