Come Caulonia affronta il coronavirus, tra compostezza e lo schifo dell’ospedale di Locri

Come Caulonia affronta il coronavirus, tra compostezza e lo schifo dell’ospedale di Locri

Oggi comincio un diario da Caulonia attraverso il quale cercherò di raccontare come la nostra comunità vive al tempo del coronavirus.

Due sere fa sono stato in una pizzeria a prendere delle pizze da asporto e mentre attendevo che fossero pronte ascoltavo i gestori parlare del coronavirus con i clienti.

Ieri mattina mentre mi allenavo in una palestra di Caulonia tutti quanti commentavano l’emergenza coronavirus. E gli attrezzi venivano disinfettati con più solerzia del solito.

In entrambi i casi se ne parlava con compostezza, con un pizzico di preoccupazione ma, tutto sommato, senza eccessive ansie.

Nei giorni precedenti c’era stato chi era corso al supermercato a fare una mega spesa riempiendo la dispensa, il frigorifero e il congelatore.

Così come si erano sparse voci sui fratelli di alcuni ragazzi che erano stati in gita in nord Italia che avrebbero potuto infettare tutta la scuola di Caulonia. Notizia che abbiamo dovuto smentire attirandoci gli insulti sui social delle mamme che sono diventate virologhe guardando Barbara D’Urso in televisione.

Ma se si escludono queste ansie, comunque circoscritte, Caulonia sembra avere reagito bene al fiume di notizie preoccupanti su questa malattia.

Eppure ieri qualcosa è cambiato. Le notizie che arrivavano dall’ospedale di Locri, dove un caso sospetto ha portato addirittura alla chiusura del pronto soccorso, ha messo in allarme l’intera Locride.

Ad un certo punto si erano diffuse delle voci sul fatto che il paziente sospetto di essere infetto dal coronavirus fosse un giovane universitario di Caulonia.

Siamo riusciti abbastanza velocemente a smentire tali falsità.

Dopo qualche ora di angoscia fortunatamente l’esito degli esami ha svelato che l’uomo non era malato di Covid 19, permettendo a tutta la Locride di tirare un sospiro di sollievo ma svelando allo stesso tempo l’incredibile impreparazione del nostro sistema sanitario.

L’ospedale di Locri non è assolutamente attrezzato per gestire l’emergenza coronavirus e questo non è per nulla rassicurante. Perchè, anche se ci auguriamo che non accada mai, è statisticamente probabile che anche da queste parti si verifichino delle infezioni prima o poi e se la sanità non è pronta a circoscriverle il pericolo di diffusione del virus aumenta.

Insomma, la giornata di ieri ci ha fatto scoprire più fragili.

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