Coronavirus, quali sono i sintomi e come comportarsi

Coronavirus, quali sono i sintomi e come comportarsi

ll coronavirus può causare sintomi lievi come raffreddore, tosse, mal di gola, mal di testa e febbre oppure sintomi più seri, vale a dire polmonite e difficoltà respiratorie. Dall’analisi condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, sui dati relativi ai 155 pazienti italiani deceduti a causa del COVID-19 al 6 marzo, emerge che i sintomi più comuni sono la febbre (86%) e la dispnea cioè difficoltà respiratoria (82%), i meno comuni sono quelli gastrointestinali (diarrea) e l’emottisi, ossia l’emissione di sangue dalle vie respiratorie attraverso ad esempio un colpo di tosse. Come comportarsi in presenza di sintomi sospetti? E’ lo stesso presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, a spiegarlo  per chi presenta solo febbre è sufficiente allertare il proprio medico rimanendo a casa” mentre “in presenza di febbre superiore almeno ai 37.5 gradi e di sintomi come tosse o dispnea non andare nell’ambulatorio del medico di medicina generale, non andare in pronto soccorso, ma rimanere a casa, chiamare il proprio medico di famiglia o il 112. Il personale sanitario valuterà telefonicamente o venendo a domicilio come gestire la cosa”. In ogni caso ricordiamo che bisogna assolutamente evitare di andare per proprio conto dal medico o al pronto soccorso, per evitare di esporre il personale e i pazienti a rischi. Seguire questa e tutte le altre norme di prevenzione dettate in questi giorni è fondamentale per rallentare il più possibile l’epidemia e proteggere le persone più fragili. Le misure individuali di limitazione dei contatti sociali sono fondamentali per poter contrastare il virus, facciamo appello al senso di responsabilità di tutti”. Anche in un articolo del decreto, relativo alle misure da adottare per cercare di limitare il più possibile la diffusione del coronavirus, pubblicato oggi dal presidente del Consiglio dei Ministri si legge: “ai soggetti con febbre superiore a 37,5 gradi è fortemente raccomandato di rimanere a casa e limitare al massimo i contatti sociali e di contattare il proprio medico curante.”.
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