Sardine contro Trifoli: “Sospende i diritti dei più poveri, prima agli Italiani”

Sardine contro Trifoli: “Sospende i diritti dei più poveri, prima agli Italiani”

“Il sindaco di Riace sospende i diritti dei più poveri, prima agli Italiani

Diamo ormai per assodato che l’emergenza coronavirus non risparmi nessun angolo del mondo; si parla, per l’appunto, di “pandemia”.

Uno stato di allerta globale che rende precarie le condizioni di milioni e milioni di persone ma, soprattutto, di Chi già, nella precarietà, ci vive come consuetudine.

Ecco allora che senza l’intervento dello Stato le fasce deboli della popolazione rischiano più di ogni altro, per una fragilità strutturale esasperata dalle limitazioni imposte dalla condizione emergenziale.

Sono riflessioni, queste, che si partoriscono all’interno di ogni buona famiglia; con la consapevolezza della necessità di gestire con oculatezza e responsabilità le risorse materiali ed immateriali disponibili: la stessa dimensione psicologica ed emotiva.

Ci siamo messi nei panni, sia a livello nazionale che locale, di Chi è “ultimo tra gli ultimi”; anziani, disabili, senzatetto, disoccupati ecc.

Lo abbiamo fatto e vogliamo continuare a farlo per un caso che, nel dramma, è veramente tragicomico e grottesco.

A Riace il Sindaco Trifoli ( in qualità, dunque, di massimo rappresentante e garante degli stessi diritti civici di quella comunità) decide di sospendere una tutela fondamentale per una donna riacese (con 2 minori a carico) in stato di attestata indigenza: interrompe il pagamento della bolletta domestica finora garantito dal Comune stesso per un provvedimento a suo tempo adottato da Mimmo Lucano.

La donna ne ha pubblicamente dato notizia attraverso un post-denuncia sui social, offrendo l’opportunità a tutti di venire a conoscenza di tale scelta a dir poco disumana ed immorale.

Perché proprio in questo momento?

Perché non si è provveduto a mettere in condizione questa persona di poter acquisire una oggettiva autonomia e sussistenza prima di procedere in tale direzione?

Trifoli lo sa che, con questo inqualificabile ed ingiustificabile atto, ha sospeso anche il diritto alla fruizione delle attività didattiche dei figli della donna in questione?

Non venivano forse “prima gli Italiani”?

Dunque che tipo di politica coerente e reale viene dai proclami della campagna elettorale? O forse questa donna si è macchiata del “peccato” di non averlo sostenuto?

Sono domande alle quali, di certo, non possiamo rispondere noi. Chiediamo,piuttosto, che risponda pubblicamente il primo cittadino motivando con estrema precisione e pertinenza una scelta ai nostri occhi scellerata ed ingiusta.

Apprendiamo, fortunatamente, che la società civile si è già mossa per sostenere la causa di questa cittadina attraverso un sostegno economico concreto che le garantisca una certa autonomia per qualche tempo.

Possiamo accettare che in un momento storico per l’intero Paese, in cui la mutualità e la solidarietà vengono considerate “medicine” fondamentali per tirare fuori dall’invisibilità gli ultimi, si operino scelte così contrarie ai principi fondamentali della nostra Costituzione?

No. Non lo accettiamo e pretendiamo interventi immediati e risolutivi.

Lo chiediamo come sardine, come calabresi e come esseri umani.”

Con queste parole, attraverso un post sulla loro pagina Facebook, le Sardine Calabresi si rivolgono al Sindaco di Riace, Antonio Trifoli, che in piena emergenza Coronavirus lascia una sua cittadina, con due figli da tenere a casa, senza luce.

Li lascia al buio, come se il buio di questi giorni non fosse già abbastanza pesante da sopportare.

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