A Caulonia non c’è nessuna crisi politica. Chiamiamola col suo nome: “Crisi delle poltrone”

A Caulonia non c’è nessuna crisi politica. Chiamiamola col suo nome: “Crisi delle poltrone”

Ammettiamo l’errore.

Di fronte a due consigliere comunali di maggioranza, di cui il capogruppo, che hanno annunciato una posizione critica nei confronti dell’amministrazione comunale abbiamo pensato ad una crisi politica.

Sbagliavamo.

Il consiglio comunale di ieri, svoltosi a porte chiuse e che abbiamo potuto seguire (con qualche difficoltà audio) attraverso la diretta sulla pagina facebook del comune di Caulonia ci ha consegnato la verità di una crisi in tutto il suo squallore.

Due consiglieri di maggioranza, Elisabetta Cannizzaro e Cosimo Petrolo Scicchitano, si sono astenuti al momento di votare il bilancio di previsione 2020/2022. Una scelta importante, un segnale di distacco dal gruppo che amministra che avrebbe richiesto una spiegazione politica.

E invece no, si è continuato sulla linea di quanto già precedentemente dichiarato in un comunicato stampa a firma Cannizzaro. In sintesi, vogliono essere nominati assessori.

Non c’è stato neanche il tentativo di motivare l’astensione al bilancio adducendo una (una!) motivazione di carattere politico. L’unica motivazione è lo scambio di poltrone.

A dire il vero bisogna riconoscere che quantomeno l’ex capogruppo di maggioranza ha preso la parola per esprimere la propria posizione, a differenza del consigliere Petrolo Scicchitano che non ha nemmeno dichiarato la sua astensione nè è solito intervenire in consiglio comunale, ossia il luogo del confronto e della discussione tra gli eletti. Ma se un consigliere non discute e non propone mai nulla, che senso ha il suo ruolo?

Del consigliere Petrolo Scicchitano abbiamo appreso da fonti di stampa (perchè in consiglio non risulta pervenuto) che appartiene al Partito di Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia, lo stesso partito a cui guardano frange importanti dell’opposizione dell’Officina delle Idee.

Opposizione che nei giorni scorsi ha cercato dei contatti coi due consigliere dissidenti.

Ma da cosa dipende la pretesa dei due consigliere di essere nominati assessori?

A loro dire da un accordo siglato prima delle elezioni, secondo il quale i consiglieri avrebbero fatto gli assessori a turnazione, due anni e mezzo ciascuno.

Un accordo che se fosse vero (e non è stato smentito) rappresenta una vera e propria vergogna. La lottizzazione delle poltrone, la presa del potere non per fare valere un’idea politica o di amministrazione (qualunque essa sia) ma per spartirsi i posti del potere comunale.

Così come la turnazione (già proposta in passato da esponenti della maggioranza in altri ambiti) rappresenta la mortificazione del merito e dell’impegno.

Un assessore di un qualsiasi comune dovrebbe essere qualcuno che viene nominato per le sue capacità e per quello che può dare alla propria cittadinanza. E con questo non voglio dire che Cannizzaro o Petrolo Scicchitano non sarebbero all’altezza del ruolo (anzi, sono convinto del contrario nel caso di Cannizzaro mentre non posso giudicare nel caso di Petrolo Scicchitano che è sconosciuto alle cronache politiche) ma che il metodo che si è scelto di applicare è oltremodo squallido e degno della Prima Repubblica.

Non so cosa accadrà nei prossimi giorni, non so se la frattura si ricomporrà e forse non lo sanno nemmeno i protagonisti di questa vicenda.

Sembra che l’unica possibilità di non vedere passare all’opposizione i due consiglieri sia nominarli assessori ma in quel caso chi uscirebbe dalla giunta? Almeno due tra Tucci, Campisi, Cavallo e Dimasi. E se Dimasi ha lasciato aperto qualche spiraglio nessuno degli altri ha acennato (almeno pubblicamente) alla possibilità di abbandonare il proprio assessorato.

E poi, di fronte ad un rimpasto del genere e se venisse applicata la logica orribile della turnazione, per quale ragione gli altri due consiglieri di maggioranza, Luana Franco e Caterina Panetta non dovrebbero fare valere la stessa pretesa?

Il sindaco Caterina Belcastro dovrebbe ritirare il mandato a tutta l’attuale giunta per nominarne un’altra, il che equivarrebbe a sfiduciare gli attuali assessori e a riconoscere un fallimento.

Staremo a vedere quali mosse faranno nei prossimi giorni i protagonisti di questa vicenda ma di sicuro non possiamo che rilevare il grande assente di tutta questa storia (oltre a Cosimo Petrolo Scicchitano intendo): il dibattito politico.

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