Io e voi. Voi ed io

Io e voi. Voi ed io

Come se bastasse sentirsi dire “Hai ragione!” per convincersi di avere ragione…

Dove vivevo io, prima di accedere con sospetto alle porte del Paradiso, la ragione era lasciata ai fessi così che potessero felicitarsi della loro condizione di fessi ed andare avanti nel proprio personale percorso che li avrebbe irrevocabilmente condotti alla morte. Ma la morte, mi si potrà dire, è lo stadio che ci accomuna tutti. Ed io vi direi che è lo stadio che ci accomuna tutti ma vedremmo delle partite diverse a seconda del settore in cui ci tocca guardare la partita. E voi mi direste che il caso, a quel punto, gioca un fattore fondamentale. Ed io vi direi che non tifo per il caso. E voi mi direste che mi avete visto sventolare la bandiera nera con scritto “W il Dubbio”. Ed io vi direi che dubito possiate avermi visto sventolare una qualunque bandiera perché prima di accomodarmi sulla mia nuvoletta in Paradiso, avevo subito quell’incidente che mi aveva portato via il braccio destro. E voi mi direste che con il sinistro avrei potuto sventolare quella bandiera. Ed io vi direi che avevo sempre una birra in mano e non avrei potuto farlo. E voi mi direste che è impossibile avere sempre una birra in mano. Ed io vi direi che la statistica gioca a mio favore e che lo capii quando, da adolescente, riconobbi nella bottega dei miei genitori un potenziale altissimo. E voi mi direste che i miei genitori mi hanno cresciuto male. Ed io vi direi che hanno fatto bene. E voi mi direste che non tutto il bene viene interpretato al meglio. Ed io vi direi che è meglio che sia così, perché smettere di sorprenderci delle cose della vita è la sconfitta della vita stessa. E voi mi direste che essendo oramai morti, della sconfitta della vita abbiamo già abbastanza elementi a favore della tesi. Ed io vi direi che le tesi sono tendenzialmente apprezzabili nel caso in cui le si voglia utilizzare per capire bene cosa sta succedendo. E voi mi direste che lo sapete cosa sta succedendo. Ed io vi direi che quello che sta succedendo in realtà è già successo ma mi è capitato di scoprire che a volte è andata a finire diversamente da quanto ora sta succedendo quindi è presuntuoso dirmi che sapere cosa sta succedendo. E voi mi direste che se ho voglia di insultarvi sarebbe meglio che lo facessi in modo più esplicito. Ed io vi direi che la rissa è una fissazione di chi, suo malgrado, si ritrova ad affrontare qualcosa non vuole affrontare. Ed io vi direi che con un po’ di buona volontà potremmo raggiungere una comunione di intenti che ci permetterebbe di escludere, da questo scambio di pareri, la possibilità di buttarla in caciara a tutti i costi. E voi mi direste che non avete tempo da perdere con i giri di parole. Ed io vi direi che nel 2018 ho stabilito il record della pista. E voi mi direste che sto depistando chi ci ascolta. Ed io vi direi che se ci stiamo ascoltando non dovremmo che considerare noi partecipanti come fulcro di una discussione. E voi mi direste che la discussione è un pretesto per dire quello che voglio dire addossandovi le responsabilità della piega. Ed io vi direi che ho dormito bene anche se mi sono svegliato con in faccia le forme delle pieghe del cuscino. E voi mi direste che non avete mai considerato questa cosa del cuscino. Ed io vi direi che una volta, forse a causa del sonno disturbato, mi sono svegliato con i graffi della cerniera del copricuscino proprio sotto l’occhio. E voi mi direste che sono stato fortunato. Ed io vi direi che la fortuna non esiste. E voi mi direste che se voglio litigare, basta dirlo chiaramente. Ed io vi direi che non ho tempo da perdere con le liti. E voi mi direste che a volte fa bene litigare ed una persona intelligente come me dovrebbe saperlo. Ed io vi direi che, pur ringraziando per la stima manifesta, considero la lite come qualcosa di evitabile, sempre. E voi mi direste che non avete detto “sempre” ma “ogni tanto”. Ed io vi chiederei se vi è mai capitato di fare qualche gioco di enigmistica. E voi mi guardereste male perché, spiazzati dalla mia richiesta, non sapete bene dove io voglia andare a parare. Ed io vi aggiungerei che mi interessa la questione del tempo, sia esso “sempre” o “ogni tanto”. E voi mi direste che “ogni tanto” avete fatto quei giochini di enigmistica. Ed io vi direi che è bello parlare con voi. E voi mi direste che non è così bello parlare con me. Ed io vi chiederei se avete sempre una risposta a tutto. E voi mi direste che non è possibile avere sempre una risposta a tutto. Ed io vi direi che mi avete risposto in pochissimi secondi. E voi mi direste che è un gioco sporco, il mio. Ed io vi direi che ho talmente tanti prodotti sanitari da poter far fronte ad ogni emergenza collegata all’igiene. E voi mi chiedereste dove li ho comprati in quest’epoca di crisi. Ed io vi direi che non è importante sapere dove io li abbia comprati, e se fossi in voi mi chiederei al massimo “perché” io li abbia comprati. E voi mi direste che la provocazione fine a se stessa lascia il tempo che trova. Ed io vi direi che li ho comprati nell’attesa della crisi. E voi mi direste che la crisi è anche colpa mia. Ed io mi prenderei le mie responsabilità. E voi mi direste che è il minimo che io possa fare. Ed io vi direi che ho voglia di una birra in ricordo dei bei tempi. E voi mi direste che i bei tempi sono andati. Ed io vi direi che ho trovato una clessidra perpetua proprio ai piedi di questa comoda nuvoletta del Paradiso, che mi è stata assegnata d’ufficio e che mi permette di prendermela comoda, adesso, e finalmente potere pensare al fatto che i bei tempi devono ancora arrivare. E voi mi direste che sono un raccomandato di merda. Ed io vi direi che avete ragione. E voi mi direste che non basta sentirsi dire “Hai ragione!” per avere ragione. Ed io confermerei.

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