L’incredibile gaffe storica di Raffaele Sainato, vicesindaco di Locri e consigliere regionale

L’incredibile gaffe storica di Raffaele Sainato, vicesindaco di Locri e consigliere regionale

Raffaele Sainato, consigliere regionale calabrese, dopo avere boicottato le celebrazioni del 25 aprile, festa della Liberazione, organizzate dall’Anpi nella città in cui è vicesindaco, Locri, torna subito alla ribalta della cronaca a causa di un post su facebook in cui commette una incredibile gaffe storica.

Nel tentativo di spiegare come “Bella ciao” non fosse l’inno della Resistenza (lo divenne 20 anni dopo la fine della seconda guerra mondiale), si lancia in una spiegazione storica commettendo un errore clamoroso. Secondo Sainato, esponente politico che rappresenta Locri e la Calabria, “38 giorni dopo” la Liberazione si tenne il referendum in cui gli italiani scelsero la repubblica al posto della monarchia.

Ma non è affatto così caro Sainato. Prima di tentare di spiegare qualcosa agli altri la studi altrimenti si rischiano pessime figure, come quella che ha fatto oggi. Perchè è vero che il 2 giugno gli italiani scelsero la Repubblica, ma non 38 giorni dopo la Liberazione, bensì un anno e 38 giorni dopo visto che il referendum si è tenuto il 2 giugno del 1946.

Quindi o non conosce l’anno in cui si è tenuto il referendum o ignora che l’anno in cui l’Italia si è liberata dalla feccia fascista è il 1945.

Di fronte agli sfottò del popolo del web che hanno commentato la sua gaffe Sainato ha tentato di metterci una pezza in questo modo, peggiorando ulterioramente la situazione:

Una pezza che non regge, nonostante l’estrema arroganza con la quale accusa gli altri di studiare la storia su wikipedia, perchè un maldestro tentativo di arrampicarsi sugli specchi per uscire da una brutta situazione in cui si è cacciato da solo. Feruccio Parri fu nominato Presidente del consiglio il 21 giugno del 1945 e non “38 giorni dopo” il 25 aprile.

Ma se anche sia stato “proposto” il 2 giugno 1945, come scrive Sainato, il suo post era molto esplicito nel riferimento al referendum e non a passaggi intermedi come l’oscuro 2 giugno 1945 in cui i segretari dei partiti antifascisti “proposero” Ferruccio Parri. I segretari di partito, non gli “italiani”, come scritto nel post originario. Gli italiani hanno votato il 2 giugno 1946 e non il 2 giugno 1945.

Insomma, la pezza è peggiore dal buco. Forse sarebbe stato più saggio ammettere l’errore piuttosto che difendere l’indifendibile.

Glielo ha fatto notare anche l’ex sindaco di San Giovanni di Gerace, Pino Vumbaca:

L’uomo che dovrebbe rappresentare la Locride in consiglio regionale probabilmente ha bisogno di un ripasso di storia. Magari può chiedere ai ragazzi di Locri di terza media, che non studiano la storia da wikipedia ma sanno che la Liberazione è avvenuta nel 1945 e il referendum per scegliere tra Repubblica e Monarchia nel 1946.

Per adesso: bocciato!

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