Meno di domani

Meno di domani

Oggi come oggi le cose sono talmente tanto chiare che a parlarne si finisce per essere narcisi presuntuosi pretestuosi e stronzi. D’altro canto, se ieri come ieri le possibilità di dirci determinate cose era un piacevole modo per conoscerci meglio, magari ci piace anche approfondire l’un l’altro i motivi del perchè ci si ritrova a parlare insieme anche di cose così importanti come per esempio “il costo della vita”. Ma oggi come oggi, a costo di passare per stupido, sostengo fortemente che il confronto ha perso. Il confronto non ha più motivo di essere considerato come parte integrante della formazione personale di ognuno di noi. E sai perché? Bravo, fai bene a saperlo, perchè io non te lo posso dire e anche se potessi non te lo direi. Il confronto ha perso la forma e la sostanza. L’amor proprio è stato sconfitto dall’immediatezza di stare al passo con i tempi che non stanno al passo con i tempi. Scandire i tempi non è più come scandagliare tra i banchi dei mercanti del tempio. Ho avuto fame di infami prima che mi si bloccasse l’appetito. Cucinavo pezzi di merda e ci mettevo la cipolla per incolparla delle lacrime versate. Fammene un altro, Sir! E guidavo guardando avanti, convinto che la strada da percorrere fosse lunga lunga lunga lunga ma io avevo fatto il pieno pieno pieno pieno.

Evviva il mondo sconosciuto, che quello conosciuto è oramai noia che noto solo quando prendo nota del trascorrere dei giorni segnando con una X il cimitero del giorni intitolato a Frate Indovino. Io sto zitto, ma con la coda dell’occhio cado sullo specchietto retrovisore, il terzo quest’anno.

Nonostante le crepe dell’incidente alla strettoia dell’ultima curva prima del rettilineo di Favazzina, mi rendo conto che i rettiliani siano un argomento troppo importante per farne una diceria da corridoio. E parlo da solo anche mentre guido ed i miei passeggeri ammirano il panorama e si raccontano le sensazioni di cosa quel panorama gli ricordi dimenticando che così facendo non ricorderanno di questo panorama e non potranno utilizzarlo come pozzo dei ricordi al prossimo viaggio. Parlo con Carlo Marucci, un tizio che io non ho mai visto ma mia figlia sì, quindi esiste. La reciprocità è tutto se ci pensi, ma oggi come oggi non credo serva ricordarti che sdraiarsi sulla bilancia del dare/avere è un rischio da notte brava, quando ti ubriachi abbastanza da fare le stronzate che normalmente eviteresti. Come parlare porci, come parlare a Dio. A che cazzo serve? Di che cosa ti occupi, di preciso? Come pensi di sfangarla questo mese? E quest’anno hai dei progetti di vacanze estive o ti nascondi nella stiva di una nave per migrare nella mente di una paese esotico che non ti puoi permettere? You’re Welcome, c’è scritto sul tuo zerbino ed io mi ci pulisco i piedi ogni volta che escogito una via di fuga. L’attimo fu urgente e me ne rendo conto. Non ci sono colpe da addebitare. Fosse per me degli avvocati ci sarebbero piene le fosse. Mosso dall’impeto della giustizia, oggi come oggi, nell’epoca della ragion veduta, sterminerei anche i ciechi. C’è chi mi ripete che “se tieni famiglia non puoi guardare in faccia a nessuno”. Centomila volte mi sono sentito in difetto ma l’eccesso di zelo è una rete inviolata dagli hacker del Governo, commissariato straordinariamente da menti dementi gementi diamanti. Come non ho fatto ad accorgermene prima? Ah già! Ieri come ieri non eri tu quello al quale destinavo i desideri di conquista di una mia personalità in costante evoluzione. Le eruzioni brufolose che impiastricciavano il mio volto giovine di tonalità di rosso, dal sangue vivo al bordeaux tumefatto, non hanno fatto altro che ricordarmi di quanto fosse importante non avere pietà degli specchi. “Spacco tutto!” era il motto, poi non spaccavo niente. Resiliente. Resiliente? Che cazzo vuole dire “resiliente” se il patto lo hai disdetto solo perchè avevi ancora minuti della promozione di capodanno da consumare? Il panno verde è la mia prateria e galoppo. Fortuna che insisto con la mia guida sportiva. Di cera votiva è il peccato di fermarsi. E brucia e bacia. E bacia e brucia. E brucia e bacia. L’inefficacia della tenacia a volte mi fa propendere per l’invasione della Tracia. Si può fare. I rosiconi li prendo a morsi. Oggi come oggi, con i rimorsi ci si può pulire il Cluedo. Che arma avresti in mente di usare per uccidermi? Ce li hai i guanti? E come pensi di escogitare la tua vendetta se non ti hanno insegnato a parlare ed io non ti ho fatto poi sto gran torto? Dove osannano le aquile non hanno capito la differenza tra Icaro ed acaro. Sarei un facocero se l’accento giusto non facesse di me un facocèro. Vero! Io sono tra quelli che nel dubbio guardano ancora i dizionari. Oggi come ieri. Ma meno di domani.

CATEGORIES
TAGS
Share This