La migliorìa prima della morte

La migliorìa prima della morte

All’epoca rubavo cialde della macchinetta del caffè negli uffici. Non mi accorgevo di quanto potessero essere importanti i feedback nell’universo social. La mia distrazione continua era provare a vivere un giorno alla volta, un’ora alla volta, un minuto alla volta. Secondo i canoni della rivolta nelle carceri avevo i miei buoni motivi per farlo. Nei microcosmi esistenziali si replicano i modelli dei grandi, con i medesimi risultati si confutano le esattezze e si sottolineano in rosso i difetti. I fatturati ci costringono a prendere continui provvedimenti per adeguarci all’andamento dei mercati. Non possiamo farci trovare impreparati ai prossimi scossoni. Non ce lo possiamo permettere. E se migliorare, magari anche di una minuzia, prima della morte cerebrale fosse inteso davvero nel suo senso più puro, salteremmo dritti sul carro dei vincitori che ci poterebbe di fronte al dilemma di definire “miglioria”. Spiazzati desisteremmo oppure orgogliosi risponderemmo a tono? Mi sembrano due passi avanti in entrambi i casi. Cosa non capisco quando mi dicono che a volte sono assente? Cosa non gradiscono le mie orecchie, così sfrontate da filtrare significati e significanti da cui potrei, un giorno, trarne ottimi spunti? La teleselezione è innaturale ma è uno dei meriti umani che ci possiamo attribuire. È uno degli esempi che porto ad ogni lezione con i ragazzi che si infervorano, brillanti, alla possibilità di riconoscere i grandi passi avanti che le grandi menti umane hanno permesso alla specie tutta. La brutta notizia è che quando arrivano le bollette da pagare ci si distrae, tendenzialmente siamo portati a pensare che sia normale e che recuperare la strada smarrita sarà semplice. Non è semplice, è illusorio. Le porte della distrazione sono strumenti di un dio maniaco che demonizza il nostro tempo e lo risputa nelle nostre vene goccia a goccia fino alla fine della flebo. Non vorrei svegliarmi in un giorno di sole dopo Pasqua e non poter andare a mare, se mi andasse di farlo. L’orlo del prepuzio si affaccia al mondo nuovo con poca convinzione. Sottostimando le proprie capacità, dato il momento, mi implorerà di preparare un altro caffè. Io, che ricordo bene dell’epoca in cui rubavo le cialde negli uffici e le svuotavo nella mia latta piccola, preparerò la moca grande. Il mio ufficio stampa chiamerà preoccupato. Il mio avvocato mi ricorderà che l’utilizzo dei feedback nei social è tutto, o quasi tutto, o praticamente tutto. L’accondiscendenza non ci permette di capire a che punto della miglioria possiamo collocarci. Non diamoci per vinti ma convinciamoci che quale che sia il punto in cui ci si trova, non è altro che il risultato delle battaglie precedenti ed il fronte di trincea delle battaglie successive.

(Pubblicità della crema per le mani: idratante, ristrutturante, lenitiva.)

La voglia di sorprendere il prossimo si affina sorprendendo se stessi. Due mesi di arresti domiciliari mi hanno convinto del fatto che il mondo non si può fermare, nemmeno per un momento. Le preghiere a San Jimmy Fontana sono le ringhiere alle quali mi appoggio per sporgermi dal mio balcone ed urlare, urlare con tutte le mie forze roche. Mi accorgo di non avere niente da dire.

(Pubblicità del caffè Limbo: un packaging ruffiano mette in evidenza dei chicchi perfetti che la tostatura lenta esalta. “Se aspetti, c’è più gusto”)

Chi ha stabilito quale sia il giusto prezzo da pagare ha fatto la sua analisi escludendo gli estremi, come per ogni media ponderata. Il corpo contundente ha colpito nel segno dell’evoluzionismo spicciolo e con pochi soldi si permette di ridefinire i margini di profitto sfoggiando il sorriso delle grandi occasioni. Ho perso una sfida che non avevo accettato ma non mi provoca alcun fastidio. Suppurano le piaghe da decubito, anche quelle dei cervelli migliori. Soprattutto quelle dei cervelli migliori. Decido che da ora in poi la prima impressione sarà quella che conta. Contro ogni pronostico degli esperti, il mio cane raccoglie la mia merda ogni volta che mi porta a passeggio tra i piccoli passi da compiere nel tempo che ci rimane a disposizione. Migliorare bene, migliorare tutti.

(Pubblicità dell’agenzia funebre Taffo. Affondo pieno di speranze)

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