Se ne vanno in silenzio. E con loro le nostre radici

Se ne vanno in silenzio. E con loro le nostre radici

Dalla pagina facebook 6000 sardine

Se ne vanno. Rassegnati, silenziosi, come forse è stata umile e silenziosa la loro vita, fatta di duro lavoro, di sacrifici. Se ne va una generazione, quella della Resistenza, che ha visto la guerra, ne ha sentito l’odore e le privazioni, alla bramosa ricerca di qualcosa per sfamarsi.

Se ne vanno mani che hanno lavorato nei campi, spostato macerie e impastato cemento.
Se ne vanno quelli della Lambretta, della prima Fiat 500.
Se ne vanno i nonni, memoria storica del nostro Paese, i fondatori della nostra Repubblica.

Oggi, drammaticamente, stiamo perdendo insegnanti di vita che hanno lottato per la costruzione dell’Italia e vivono il dramma delle più assurde logiche di questo nemico.

Oltre al fisiologico indebolimento del loro sistema immunitario, sono vittime di un sistema manageriale che ha trasformato le Residenze Socio-assistenziali per Anziani da case di assistenza a case di morte, luoghi dell’oblio in cui una parte del paese viene sacrificata.

Si spengono soli, senza una carezza, privati dell’ultimo dolce abbraccio dei loro cari.

Questo emerge dai dati ISS, nell’ultimo report del 14 aprile, da cui si evince che il 40,2% del totale dei decessi nelle case di riposo ha interessato residenti contagiati dal Covid.

La verità è che in natura, per germogliare e sostenere chiome maestose, un albero deve prima di tutto possedere radici profonde.

Lo stesso vale per noi uomini e per la nostra storia. Le radici su cui poggiamo sono i nostri nonni: rifugio, cura, valori, resistenza

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