Figli. Una poesia della locrese Marianna Femia

Figli. Una poesia della locrese Marianna Femia

Di Marianna Femia

Loro…
Se pur più bisognosi di attenzioni,
Loro son quelli che pagano le nostre azioni.
Nel bene o nel male,per loro,quali conclusioni!?
In ogni caso è sempre un continuo battersi,perché privi di diritti,i nostri animi sono spesso afflitti.
Ma basta un loro sguardo,un loro abbraccio,
per far tornare,ancora una volta la voglia di lottare senza intralcio.
Anche se siamo stanchi di dover sempre ricordare,che i nostri figli non sono oggetti da accantonare.
È vero sono esseri speciali,ma non per questo non son fondamentali.
Vi chiediamo a tutte le istituzioni,di battervi per delle buone ragioni,di pensare anche loro in queste situazioni,
ovviamente da parte nostra,in tutta sicurezza e precauzioni.
Una laurea è vero può valer tanto nei vari lavori,ma a cosa serve se mancano i valori!?
Si può essere più acculturati e avvantaggiati,ma non avrà la conoscenza l’efficienza,che ha la famiglia dei poveri dimenticati.
È facile decidere per la vita altrui,
Sopratutto quando certi aspetti non si vivono.
Mettetevi una mano sulla coscienza,e più che dare lezioni di vita,iniziate a fare conoscenza.
Perché loro non siano più dimenticati,perché pure grazie a loro che siete pagati.
Hanno già la vita abbastanza complicata,fate qualcosa per rendergliela più semplificata.
Le esigenze e motivazioni le abbiamo tutti,non per obblighi ma per diritti.
Vi ricordiamo di ricordarvi di loro attendendo un “venirci incontro”e non un”Ignoro”.

In breve sintesi voglio esporre le problematiche che affrontano nel quotidiano le
famiglie dei
“figli speciali”,poiché non sempre essi vengono ricordati o citati,non solo quando si tratta di problemi che riguarda l’intera nazione,ma anche in generale,le situazioni nei loro confronti non cambiano più di tanto.
Ho avuto modo di ascoltare diverse mamme e non solo,e sentirle così sconfortate e amareggiate,ha stravolto dentro me,più di prima,la voglia di urlare i loro bisogni,nonché diritti.
Quello di poter innanzi tutto ritornare a fare le loro terapie di psicomotricita’e logopediche,
con le dovute precauzioni,poiché al fronte di questi mesi,i poveri figli hanno subito un regresso,a livello fisico e non,nonostante le famiglie non li abbandonano e si impegnano con le varie attivita’ proposte da chi li segue,essi non possono mettersi a livello dei professionisti operanti in materia.
Non dimentichiamoci di loro,dei loro bisogni,perché mentre per noi è tutto più facile,per loro saper tenere in mano una matita,iniziare a fare qualche passo,dire una parola nuova,è un punto di partenza ogni giorno e non di arrivo.

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