Pochi reagenti e strutture chiuse, Calabria in tilt per i troppi tamponi da analizzare

Pochi reagenti e strutture chiuse, Calabria in tilt per i troppi tamponi da analizzare

Più di un migliaio di test provenienti dal cosentino sono stati spediti in una struttura in Campania per essere processati, poiché in Calabria non ci sono strutture a sufficienza per portare a termine tutti i controlli. Negli ultimi giorni il problema si è acuito maggiormente a causa del rientro dei fuorisede in Calabria.

Sono vari i disagi che colpiscono le strutture ospedaliere calabresi:

All’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme, il reparto di microbiologia (chiuso) potrebbe processare un centinaio di tamponi al giorno, grazie ai macchinari disponibili ma non utilizzati a pieno regime.

A Crotone si attende la strumentazione necessaria per avviare i test, che nel frattempo vengono processati al Pugliese di Catanzaro. E in questa stessa struttura arrivano pure i test proveniente dal vibonese, poiché all’Ospedale Jazzolino sono presenti i macchinari, ma mancano i reagenti chimici necessari per elaborare i test ed ottenere il responso su un’eventuale positività o meno al Covid-19.

Problemi si registrano pure nella locride, dove nonostante le numerose richieste, il ministero della Salute non ha autorizzato l’esame dei tamponi all’Ospedale di Locri. I test vengono quindi portati e analizzati al Grande Ospedale mediterraneo di Reggio Calabria

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