La pandemia di coronavirus vista da una studentessa dell’Istituto Marconi di Siderno

La pandemia di coronavirus vista da una studentessa dell’Istituto Marconi di Siderno

​ di Valeria Curiale – Stignano

Non pensavo che un giorno avrei avuto la possibilità di raccontare ai miei nipoti che la loro cara nonna avesse vissuto all’epoca di qualche guerra o di una grave situazione di emergenza e grave pericolo per tutto il mondo. Sinceramente era una cosa che davo per scontato non accadesse. Ma a quanto pare la mia mente, come quella di tante altre persone, non aveva ancora realizzato e compreso che le guerre negli anni a venire non sarebbero state quelle che avevamo studiato e che per la loro cruda realtà ci avevano colpito e intimorito. Nella nuova epoca le guerre sarebbero state chimiche, sarebbe stato creato tutto in laboratorio.

​Già cari “posteri”, tutto quello che pensavamo e sapevamo è stato messo in discussione.

A soli 17 anni mi sono ritrovata dall’oggi al domani, letteralmente, reclusa in casa per 2 mesi e mezzo senza vedere i parenti più vicini, se non quelli che vivevano con me, gli amici, i compagni di classe, i professori e tutti coloro con cui intrattenevo delle relazioni sociali. Cioè, riuscite ad immaginare la vostra vita sconvolta a causa di un virus che si è diffuso così rapidamente da non lasciarci il tempo di metabolizzare la cosa, perché troppo impegnati già a combatterlo? Ma volete sapere qual è stata la cosa più difficile per me? Sembrerà una banalità, ma la cosa più difficile era accendere la TV: ovunque la sintonizzassi si parlava solo del Covid 19, quel brutto mostro che aveva impedito a tutti di vivere nella normalità; in primis delle persone che a causa di tutto questo sono decedute e poi tutti coloro che, come me, stavano a casa perché quello era l’unico modo per proteggere la nostra vita e quella di tutti gli altri. Venire a conoscenza che migliaia di persone avevano perso la vita, anche persone vicine e care alla mia famiglia, non faceva altro che far aumentare l’angoscia e la paura, oltre alla rabbia. Nonostante non volessi che accadesse una cosa del genere, devo dire che è stato un periodo utile, tutte le persone si sono avvicinate fra loro, c’era appoggio, unità, comprensione e tutti gridavano ad una voce sola, quello che potremmo definire lo slogan usato contro il Covid:​ Andrà tutto bene!​ Poi ognuno di noi ha imparato delle cose utili: c’era chi si dilettava a cucinare, altri a cucire mascherine, altri a inventare dei giochi che potessero intrattenere i loro figli o nipoti e poi c’era la scuola. Tutti gli studenti obbligati a svolgere la didattica a distanza, hanno iniziato ad apprezzare e capire il valore della scuola, non solo per l’importanza di una preparazione per il futuro, ma soprattutto per le relazioni che ci tenevano compagnia e ci facevano crescere. La scuola ci è stata vicina, i professori non solo sono stati più comprensivi ma, molte volte ci dedicavano il loro tempo parlando di quello che stavamo affrontando,​ consolandoci e incoraggiandoci a pensare che tutto sarebbe tornato come prima, anche se in quel momento non lo notavamo. Io sono cresciuta moltissimo in questo periodo buio per il mondo, ho iniziato ad apprezzare tutto quello che la vita fino a quel momento mi aveva concesso, ho capito che non bisogna dare per scontato che la vita segua il normale flusso che ci aspettiamo, ma che è veramente molto, ma molto, imprevedibile. E’ cresciuta l’importanza e il valore che io attribuivo alla famiglia, ho scoperto nuove passioni e ho consolidato le amicizie, quelle vere, che anche se a distanza sono sempre una costante nella mia vita.

Questo Covid ci ha tolto molte cose.

Ci ha fatti assistere alla morte di migliaia di persone, alla caduta dell’economia mondiale, ha portato al lastrico moltissime imprese e multinazionali, ci ha fatto assistere alle situazioni di completa povertà di tantissime persone, ci ha tolto la libertà di vivere e di stare vicino a coloro che amiamo.​ Ma non ci ha tolto la voglia di vivere che invece si è rafforzata, non è riuscito a spegnere la nostra voglia di amare la vita anche se complicata, non ci ha tolto la SPERANZA.

Ed è questo il messaggio che io vi voglio trasmettere: VIVETE, non procrastinate, VIVETE tutto, le emozioni belle e brutte, le sconfitte e le vittorie; non rinunciate a viaggiare, ad andare ai concerti, a uscire con gli amici, anche se nel rispetto delle norme di sicurezza. VIVIAMO al meglio anche per tutti quelli che non possono più farlo, come rivincita personale verso tutto quello che il Covid ci ha tolto.

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