Mammola, l’ambulanza non arriva e mia mamma muore
Mammola 5 Novembre 2020
È una mattina come tante, mi sposto dal mio paese per fare delle commissioni.
A un certo punto mia moglie mi chiama per informarmi della caduta di mia mamma, nel contempo mi tranquillizza dicendomi che non è qualcosa di grave, ma che il 118 non risponde. Poi mi comunica che è stato chiamato dai carabinieri, che solo dopo 20 minuti ricevono la risposta che i soccorsi sono impegnati in casi più urgenti.
Corro verso casa, mi contatta il sindaco, che nel frattempo, aveva saputo di mia mamma.
Anche lui prova a chiamare il 118, quando finalmente rispondono, riceve parole simili a quelle riportate dai carabinieri in quel momento «non ci sono ambulanze disponibili perché impegnate altrove».
Intanto le condizioni di mia mamma si aggravano, e quella mattina a Mammola non ci sono medici.
Quindi il tempo trascorre senza che nessuno intervenga.
Finalmente giungo a Mammola; oltre a mia moglie, ad attendermi fuori casa trovo anche i vicini. Proprio qualcuno di loro aveva soccorso mia madre. Lei seppure tra forti dolori, ha parlato con i vicini e mia moglie, addirittura preoccupata del tempo che sottraeva agli altri intorno a sé.
Per tutti era una caduta come tante…
Entro in casa incredulo per l’amara sorpresa.
Mia madre nella vana attesa del soccorso, entra in uno stato semicomatoso.
Io urlo mentre mia moglie piange, incredula e sgomenta quanto i vicini, proprio perché mia mamma aveva comunicato con loro fino a pochi minuti prima.
A tutti sembra qualcosa di surreale, ma tutto è tragicamente vero.
Chiamo mia madre ma non mi sente, ormai è in preda ai gemiti dell’agonia.
Sono inerme.
Piango mentre l’accarezzo e la stringo a me, perché mi è chiaro, la perderò per sempre.
Da lì a poco si spegne tra le mie braccia.
L’ambulanza non è mai arrivata.
Le autorità competenti stanno lavorando per accertare i fatti. Ma un fatto è certo, l’ambulanza non è mai arrivata.
Mia madre non è morta per il Covid, ma in tempo di Covid. In questo periodo, la nostra già disastrosa situazione sanitaria si aggrava.
Noi cittadini ne paghiamo le conseguenze, anche con epiloghi tragici.
Lo sappiamo, il ritardo nei soccorsi, in questa fase è più frequente.
È inaccettabile.
Non si può morire così.
Non si dovrebbe morire così!
Non c’è nulla di più serio del Diritto alla Salute, qui in Calabria, ci è stato negato.
Enzo Tedesco